Dell'uso e dei pregi della lingua italiana: libre tre, Volume 1

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Molini, Landi e comp., 1813
 

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Page 145 - Teneri sdegni, e placide e tranquille Repulse, e cari vezzi, e liete paci, Sorrisi, parolette, e dolci stille Di pianto, e sospir tronchi, e molli baci...
Page 145 - Treman le spaziose atre caverne, E l'aer cieco a quel romor rimbomba: Né stridendo così dalle superne Regioni del cielo il folgor piomba ; Né sì scossa giammai trema la terra, Quando i vapori in sen gravida serra. 4 Tosto gli dei d'abisso in varie torme Concorron d'ogn'intorno all'alte porte. Oh come strane, oh come orribil forme! Quant...
Page 53 - ... semibarbare peggiori sono delle barbare affatto, in somma che nessun ordine, che nessun istituto, che non parta da un solo principio e che da un solo spirito mosso non sia, non potrà mai riuscir vantaggioso e produrre grandi effetti, se tutto ciò dicessi, mi servirei di argomenti od oratorii soltanto o soverchiamente speculativi ed astrusi. Quello che affermar si può, senza tema di errore, si è che una nazione, la quale in due si divida, in vece di avere il carattere di entrambe, non ne avrà...
Page 5 - L'avere una lingua propria, il coltivarla, l'amarla, l'apprezzarla, il farne uso non meno nelle solenni pompose occasioni e nelle severe che nelle familiari e brillanti, non è l'ultimo motivo che stringa gli uomini e gli affezioni alla contrada in cui vivono; che giovi ad imprimere in loro cuore un carattere originale e si fattamente proprio della nazione, talché ne risulti il più vivo interessamento per lo pubblico bene, sparso ne...
Page 136 - ... tutte sono piacevoli agli orecchi del popolo per cui son fatte, tutte son capaci di armonia imitativa, tutte si vincono e si cedono reciprocamente in qualche pregio particolare. Le differenze che vi sono, segue a dire, non esser sensibili, ognuno aver ragione in casa propria, né esservi popolo colto che creda di dover cedere agli altri in fatto di lingua, benché tutti convengano nelle idee che formano di perfezione; tutte le lingue, in somma, aver difetti che danno luogo a qualche bellezza,...
Page 137 - Cesarotti; tollerantismo che v'ha chi crede non possa riuscir meno fatale alle lettere ed al carattere nazionale di quello che a' buoni costumi il tollerantismo religioso; e che nel resto nulla possa produrre di buono, ma soltanto introdurre e spargere ogni volta più, sotto il pretesto di vantare una maniera di pensare spregiudicata, la disistima della lingua propria ch'è l'impronta più viva e più palpabile del carattere nazionale, ed una fredda e filosofica indifferenza per tutte.
Page 5 - Se le voci di nazione e di patria non sono del tutto vuote di significato, se è cosa importante che ogni società civile abbia un carattere suo proprio, da cui, quasi da interno spirito, venga animata ogni singolar persona; se i maggiori progressi nel sapere, la maggior gloria della nazione, i maggiori piaceri e la maggior coltura della vita, non sono oggetti di picciol momento, certa cosa è che ogni via ed ogni spediente atto ed opportuno per accendere vieppiù questo fuoco e per istringere sì...
Page 159 - ... di parole, e certi verbi posti nel fine , talvolta per eleganza, che in questa lingua a me generano fastidio. In un'opera simile vorrei la scrittura appunto come il parlare, cioè ch'avesse più tosto del proprio, che del metaforico" o del pellegrino, e del corrente più che dell'affettato.
Page 51 - Nota introduttiva. latine, il quale non si può in verun modo più accrescere da' moderni . . CAPO III § i. Diverso concetto, in cui san tenute in Piemonte la lingua italiana e la francese; conseguenze che ne derivano.1 Se confessar vogliamo apertamente il vero, l'attuai sistema nostro in fatto di lingua, ed in cui già da gran tempo (qualunque siane la cagione) ci troviamo, è tale che la lingua italiana viene riguardata come la lingua d'istruzione popolare, delle cose di religione e de...

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