Il Morgante maggiore, Volume 1F. Le Monnier, 1855 |
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amor Amostante Antea appiccar aramea assai Astolfo avea Baiardo baron battaglio brando Brunoro campo Canto Caradoro Carlo Mano cavalier cavallo ch'a ch'è Ch'io Chè chiama Chiariella ciel colla colpo colui conte Orlando contento Copardo Corbante costoro costui credo Cristo cugin dama Danese destrier Dicea Rinaldo dicesi Diceva Orlando Disse Rinaldo Dodon donzella drento drieto duole Durlindana Erminion Faburro facea Falcon fanciulla fece fiera figliuol Frusberta fuggir fussi Gan di Maganza Ganellone gente gigante giorno giunse gran grida Iddio ignun imperadore insino lancia lasciar latino lione Macometto Macon Malagigi manda Manfredon Mattafolle Menagio Meridiana Montalban Montalbano Morgante morto ognun onore padiglione Pagan paladino parea Parigi petto piglia popol prese presto prigion Pulci Quivi Ricciardetto Rispose Orlando Salincorno San Dionigi sanza Saracin scudo senti signor Soldan spada teco Terigi terra torna tosto traditor Ulivier Vedi veggo Vegliantin venuto Vergante vide volea vuol
Popular passages
Page 1 - Verbo lui : Questo era nel principio, al parer mio ; E nulla si può far sanza costui...
Page 17 - Ma da portar la lancia e l'armadura : E puossi meritar con essa, come Con questa cappa ; e leggi la scrittura : Questo gigante al ciel drizzò le some Per tua virtù ; va in pace a tua ventura Chi tu ti sia, ch'io non ricerco il nome ; Ma dirò sempre, s'io son domandato, di' un angiol qui da Dio fussi mandato.
Page 14 - I monaci, veggendo l'acqua fresca, si rallegrorno, ma più de' cinghiali (ch'ogni animai si rallegra dell'esca), e posono a dormire i brevi'ali. Ognun s'affanna, e non par che gl'incresca, acciò che questa carne non s'insali, e che poi secca sapessi di vieto; e le digiune si restorno addrieto.
Page 6 - Nè creder, sol vivessin di locuste : Piovea dal ciel la manna, questo è certo ; Ma qui convien che spesso assaggi e guste Sassi, che piovon di sopra quel monte, Che gettano Alabastro e Passamonte. 26 E '1 terzo, ch' è Morgante, assai più fiero, Isveglie e pini, e...
Page 48 - Rinaldo facea vista non udire e non gustar quel che diceva quello: non si voleva al pagano scoprire per nessun modo, e fa del buffoncello. Ecco di molta broda comparire in un paiuol, come si fa al porcello, ed ossa, dove i cani impazzerebbono, e in Giusaffà non si ritroverrebbono.
Page 5 - I monachetti non potieno uscire del monistero o per legne o per acque. Orlando picchia e non volieno aprire, fin ch' a l'abate alla fine pur piacque.
Page xi - 1 ciel rapido inchina Verso occidente, e che '1 dì nostro vola A gente che di là forse l'aspetta...
Page 50 - Rinaldo non potè più comportare, e '1 guanto si mettea nella man destra, tal che gli fece smaltir la minestra: 51 che gli appiccò in sul capo una sorba che come e' fussi una noce lo schiaccia: non bisognò che con man vi si forba, e morto nel paiuol quasi lo caccia, tanto che tutta la broda s'intorba. Dodon gridava al marchese: - Su, spaccia, lieva su presto, la zuffa s'appicca! donde Ulivieri abandonò la micca. 52 Allora una brigata di que' cani sùbito addosso corsone a Dodone, e cominciossi...
Page 14 - Dall'una spalla il tinello avea posto, dall'altra i porci, e spacciava il terreno; e torna alla badia, ch'è pur discosto, ch'una gocciola d'acqua non va in seno. Orlando, che '1 vedea tornar sì tosto co' porci morti e con quel vaso pieno, maravigliossi che sia tanto forte; così l'abate; e spalancan le porte. 66. I monaci, veggendo l'acqua fresca, si rallegrorno, ma più de' cinghiali (ch'ogni animai si rallegra dell'esca), e posono a dormire i brevi'ali.
Page 24 - Una spadaccia ancor Morgante truova; cinsela, e poi se n'andava soletto là dove rotta una campana cova, ch'era caduta e stava sotto un tetto, e spiccane un battaglio a tutta pruova, ed a Orlando il mostrava in effetto: — Di questo che di