Saggio sulla natura: Dante, il poeta del pensiero

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Successori Le Monnier, 1866 - 256 pages
 

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Popular passages

Page 244 - Io vidi più fulgor vivi e vincenti Far di noi centro, e di sé far corona, ** Più dolci in voce, che in vista lucenti.
Page 40 - Fin la presente età, che in conoscenza Ed in civil costume Sembra tutte avanzar; qual moto allora, Mortai prole infelice, o qual pensiero Verso te finalmente il cor m'assale?
Page 240 - Dio riprende quant'ella versa da due parti aperta. Da questa parte con virtù discende che toglie altrui memoria del peccato; dall'altra d'ogni ben fatto la rende.
Page 248 - Quinci comincia come da sua meta. E questo cielo non ha altro dove Che la mente divina, in che s'accende L'amor che il volge e la virtù ch
Page 245 - E dicean ch' ei sedette in grembo a Dido: 9 E da costei, ond'io principio piglio, Pigliavano il vocabol della stella, Che il Sol vagheggia or da coppa, or da ciglio. 12 lo non m'accorsi del salire in ella: Ma d'esservi entro mi fece assai fede La Donna mia ch'io vidi far più bella.
Page 216 - Ma come d'animal divenga fante, non vedi tu ancor: quest'è tal punto, che più savio di te fé...
Page 246 - Sì che m'inebbriava il dolce canto. Ciò ch' io vedeva, mi sembrava un riso Dell'universo; perchè mia ebbrezza Entrava per 1
Page 65 - Poi, dichiarando quella prima definizione, lo disse: « il trasporto di una parte della materia o di un corpo dalla vicinanza di quelli che lo toccano immediatamente, e che noi consideriamo come in riposo, nella vicinanza di alcuni altri.

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