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Cantando con colui dal maschio naso,
D'ogni valor portò cinta la corda:
E se Re dopo lui fosse rimaso

Lo giovinetto che retro a lui siede,

Bene andava il valor di vaso in vaso;

Che non si puote dir dell' altre rede.

lacomo, e Federigo hanno i reami: Del retaggio miglior nessun possiede. Rade volte risurge per li rami

L'umana probità: e questo vuole

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Quei che la dà, perchè da lui si chiami.

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Anco al Nasuto vanno mie parole

Non men che all'altro Pier, che con lui canta,

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Quel che più basso tra costor s'atterra,
Guardando in suso, è Guglielmo Marchese,
Per cui Alessandria e la sua guerra
Fa pianger Monferrato e il Canavese.

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148. Bar. Degli altri erede. 149. Nid. Ros. Giacopo. Bar. Jacopo e Federico. 120. Ros. possede. - 122. Nid. probitade. 124. Cr. van le mie. 127. Ald. Cr. miglior.

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129. Ros. Nid.

132. Cr.

Costanza. Bar. Constanza. 131, Pog, Giacer là solo. minore. — 154. Ros. in su. — 135. Nid. Bar. Per cui ed Ales

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CANTO VIII.

Era già l'ora che volge il disio
Ai naviganti, e intenerisce il core
Lo dì che han detto ai dolci amici a Dio;
E che lo nuovo peregrin d'amore
Punge, se ode squilla di lontano,

Che paia il giorno pianger che si more;
Quand' io incominciai a render vano

L'udire e ammirare una dell' alme

Surta, che l'ascoltar chiedea con mano.

Ella giunse, e levò ambo le palme,
Ficcando gli occhi verso l'Oriente,
Come dicesse a Dio: D'altro non calme.
Tu lucis ante si devotamente

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Le uscì di bocca, e con sì dolci note,

Che fece me a me uscir di mente. E l'altre poi dolcemente e devote Seguitar lei per tutto l'inno intero Avendo gli occhi alle superne rote.

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Aguzza qui, Lettor, ben gli occhi al vero;
Chè il velo è ora ben tanto sottile
Certo, che il trapassar dentro è leggiero.
Jo vidi quello esercito gentile

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Tacito poscia riguardare in sue, Quasi aspettando, pallido e umile; E vidi uscir dell' alto, e scender giue Due Angeli con duo spade affocate Tronche e private delle punte sue. Verdi come fogliette pur mo nate,

Erano in veste, che da verdi penne Percosse traean dietro e ventilate. L'un poco sovra noi a star si venne,

E l'altro scese nella opposta sponda,

Si che la gente in mezzo si contenne.
Ben discerneva in lor la testa bionda:
Ma nelle facce l'occhio si smarria,
Come virtù che a troppo si confonda.
Ambo vegnon del grembo di Maria,

Disse Sordello, a guardia della valle,
Per lo serpente, che verrà via via:

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-

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16. Ald. lieta

- 24. Caet. Bar. 29. Bar. ve

14. Bar. Le uscio Ald. Bar. di bocca con sì. mente. Ros. Nid. divote. Pog. dolcemente devote. pavido. 25. Bar. dall'alto. Ros. Pog. del Cielo. sti. Vat. Caet. Cr. in vista.". 30. Le più fra le edd. traền. 32. Ros. Nid. Ald. in l'opposita.

Bar. sopra.

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31.

59. Cr. venta.

Ond' io che non sapeva per qual calle,
Mi volsi intorno, e stretto m'accostai
Tutto gelato alle fidate spalle.

942

E Sordello anche: Ora avvalliamo omai

Tra le grandi ombre, e parleremo ad esse;

Grazioso fia lor vedervi assai.

+45

Solo tre passi credo ch'io scendesse,

E fui di sotto, e vidi un che mirava

Pur me,

come conoscer mi volesse.

48

Tempo era già che l'aer s'annerava,

Ma non sì che tra gli occhi suoi e i miei

-51

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Non dichiarasse ciò che pria serrava.

Ver me si fece, e io ver lui mi fei:

Giudice Nin gentil, quanto mi piacque,
Quando ti vidi non esser tra i rei!
Nullo bel salutar tra noi si tacque:

Poi dimandò: Quant'è, che tu venisti
A piè del monte per le lontane acque?
O, dissi lui, per entro i luoghi tristi

Venni stamane, e sono in prima vita,
Ancor che l'altra sì andando acquisti.
E come fu la mia risposta udita,

Sordello, ed egli indietro si raccolse,
Come gente di subito smarrita.
L'uno a Virgilio, e l'altro a me si volse,

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45. Ros. Allor Sordello: ora avvalliamo ormai. avvalliamo. - 45. Ald. Vat. vederti. 46. Nid. Soli. tald. Ch'io fui tra loro e vidi. 49. Ros. Bar. aere. tald. Quand' io ti vidi. 57. Caet. per si lontane. Bar. Ros, e l'altro ad un si volse.

Bar. anche:

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Poi volto a me: Per quel singular grado

Che sedea li, gridando: Su, Currado,
Vieni a veder, che Dio per grazia volse.

Che tu dei a colui che si nasconde

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Lo suo primo perchè, che non gli è guado, Quando sarai di là dalle larghe onde,

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Di' a Giovanna mia, che per me chiami
Là dove agli innocenti si risponde.
Non credo che la sua madre più m' ami,
Poscia che trasmutò le bianche bende,
Le quai convien che misera ancor brami.
Per lei assai di lieve si comprende

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Quanto in femmina fuoco d' amor dura,

Se l'occhio, o il tatto spesso nol raccende.

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Gli occhi miei ghiotti andavan pure al cielo,
Pur là dove le stelle son più tarde,

Si come ruota più presso allo stelo.

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E il duca mio: Figliuol, che lassù guarde?

E io a lui: A quelle tre facelle,

Di che il polo di qua tutto quanto arde.

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65. Ros. Corrado.

78. Ros. Ald. non l'accende.

che 'l Milanese. Antald. che 'l Melanese. ratamente. 86. Caet. Pog. Colà, dove.

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84. Ros. Cr. smisu

90. Ros. Di quel polo.

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