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E diedi il viso mio incontro al poggio,

Che inverso il Ciel più alto si dislaga. Lo Sol, che dietro fiammeggiava roggio, Rotto m'era dinanzi alla figura,

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Che aveva in me de' suoi raggi l'appoggio.

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lo mi volsi da lato con paura

D'esser abbandonato, quando io vidi
Solo dinanzi a me la terra oscura:

E il mio conforto: Perchè pur diffidi,

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A dir mi cominciò tutto rivolto,

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Non credi tu me teco, e ch'io ti guidi ?

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Vespero è già colà, dov'è sepolto

Lo corpo dentro al quale io facea ombra :
Napoli l'ha, e da Brandizio è tolto.

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Ora se innanzi a me nulla s'adombra,
Non ti maravigliar più che de' Cieli,
Che l'uno all'altro raggio non ingombra.

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A sofferir tormenti e caldi e geli

Simili corpi la Virtù dispone,

Che, come fa, non vuol che a noi si sveli.

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Matto è chi spera, che nostra ragione

Possa trascorrer la infinita via,

Che tiene una Sustanzia in tre Persone. State contenti, umana gente, al quia :

14. Ros. Bar. Nid. Le più tra le edd. incontra il.

-

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18. Ros.

dai suoi raggi. - 22. Cr. disfidi. - 25. Cr. vespereggia. Nid. dove sepolto. — 26. Nid. È il corpo. 27. Ros. a Brandizio. Bar. Napoli l'have. 28. Nid. Omai se innanzi. Pog. nulla fa ombra. Antald. s'aombra. -31. Ald. Bar. tormenti caldi, e gieli. . 53. Antald. Che come sia. Pog Ros. come 'l fa.—35. Cr. trascender. 36. Ros, sustanza. 57. Ros. contenta.

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Chè se potuto aveste veder tutto,

Mestier non era partorir Maria:

E desiar vedeste senza frutto

Tai, che sarebbe lor desio quetato,

Ch' eternamente è dato lor per lutto

Io dico d'Aristotile, e di Plato,

E di molti altri; e qui chinò la fronte,
E più non disse, e rimase turbato.
Noi divenimmo intanto a piè del monte:
Quivi trovammo la roccia sì erta,

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Che indarno vi sarien le gambe pronte.

48

Tra Lerici e Turbìa la più deserta,
La più romita via è una scala,

· Verso di quella, agevole e aperta.

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Or chi sa da qual man la costa cala,

Disse il Maestro mio, fermando il passo,
Sì che possa salir chi va senz'ala ?
E mentre che, tenendo il viso basso,
Esaminava del cammin la mente,
E io mirava suso intorno al sasso,
Da man sinistra m'apparì una gente

D'anime che moveano i piè ver noi,
E non parevan, si venivan lente.
Leva, dissi al Maestro, gli occhi tuoi:

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58. Ros. Vat. possuto aveste. Antald. possuto fosse. 42. Altri, eternalmente. 47. Ros. E qui trovammo. 49. Antald. ed Urbi. - 50. Bar. ruinata. Antald. La più rotta ruina. Vát. erà una scala. 55. Nid. E mentre ch' el tenea. Vat. teneva. — 56. Nid. Esaminando. 58. Ros. Antald. m' apparve. - 60. Ros. Nid. Bar. E non pareva. Bar. si veniano lente. - 61. Ros. Leva, maestro, diss'io, gli occhi tuoi. Nid. Leva, diss'io al maestro. Caet. Leva, diss'io, maestro, gli occhi tuoi.

Eeco di qua chi ne darà consiglio, Se tu da te medesmo aver nol puoi. Guardommi allora, e con libero piglio

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Rispose: Andiamo in là, ch'ei vengon piano;

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Dell'alta ripa, e stetter fermi e stretti, Come a guardar chi dubbiando stassi. O ben finiti, o già spiriti eletti,

Virgilio incominciò, per quella pace, Ch'io credo che per voi tutti s'aspetti, Ditene, dove la montagna giace,

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Sì che possibil sia l'andare in suso?

Che il perder tempo a chi più sa più spiace.

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Come le pecorelle escon del chiuso

A una, a due, a tre, e l'altre stanno

Timidette atterrando l'occhio e il muso;

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E ciò che fa la prima e l'altre fanno,
Addossandosi a lei, s'ella s'arresta,
Semplici e quete, e lo perchè non sanno;

84

Si vid'io movere a venir la testa

Di quella mandria fortunata allotta, Pudica in faccia, e nell'andare onesta. Come color dinanzi vider rotta

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66. Ros. spene.

-71. Ros. Dell' altro monte.

già.

74. Ros. cominciò.

73. Ros.finiti,

82. Nid. Bar. la prima l'altre..

84. Ros. Ald. Vat. Altri 'mperchè. 86. Bar. mandra.

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La luce in terra dal mio destro canto,
Si che l'ombra era da me alla grotta,
Ristaro, e trasser sè indietro alquanto,
E tutti gli altri che venieno appresso,
Non sapendo il perchè, fero altrettanto.
Senza vostra dimanda io vi confesso,

Che questi è corpo uman, che voi vedete,
Per che il lume del Sole in terra è fesso:
Non vi maravigliate; ma credete,

Che non senza virtù che dal Ciel vegna,
Cerchi di soverchiar questa parete.

Così il Maestro: e quella gente degna:

Tornate, disse: entrate innanzi dunque,

Coi dossi delle man facendo insegna.

E un di loro incominciò: Chiunque
Tu sei, così andando volgi il viso ;

Pon mente, se di là mi vedesti unque :

lo mi volsi ver lui, e guardai fiso:

Biondo era, e bello, e di gentile aspetto;

Ma l'un dei cigli un colpo avea diviso.

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Quando io mi fui umilmente disdetto

D'averlo visto mai, ei disse: Or vedi;

E mostrommi una piaga a sommo il petto:

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Poi disse sorridendo: Io son Manfredi

Nipote di Costanza Imperatrice;

Ond'io ti prego che, quando tu riedi,

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114

91. Ros. trassersi indietro. 93. Ros. non sapendo perchè fenno altrettanto. Vat. Antald. fenno — 95. Ros. Che questo. 99. — Nid. Bar. Soperchiar.—106. Pog. guardàl. 109. Nid. Ros. Quando

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mi fui. 112. Ros. Nid. Poi sorridendo disse. 115. Bar. Constanza. Altri, Gostanza,

Vadi a mia bella figlia, genitrice
Dell'onor di Cicilia e d'Aragona,

E dica a lei il ver, s'altro si dice: Poscia ch' io ebbi rotta la persona

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Di duo punte mortali, io mi rendei Piangendo a Quei che volentier perdona. Orribil furon li peccati miei;

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Ma la bontà infinita ha sì gran braccia,
Che prende ciò che si rivolve a lei.
Se il Pastor di Cosenza, che alla caccia
Di me fu messo per Clemente, allora

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Avesse in Dio ben letta questa faccia,

L'ossa del corpo mio sarieno ancora

126

In cò del ponte, presso a Benevento,
Sotto la guardia della grave mora.

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Or le bagna la pioggia e move il vento

Di fuor dal regno, quasi lungo il Verde,
Ove le trasmutò a lume spento.

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Per lor maledizion si non si perde,

Che non possa tornar l'eterno amore,

Mentre che la speranza ha fior del verde.

155

Vero è che quale in contumacia more

Di Santa Chiesa, ancor che al fin si penta,

Star gli convien da questa ripa in fuore

138

Per ogni tempo, ch'egli è stato, trenta,
In sua presunzion, se tal decreto

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Più corto per buon preghi non diventa.

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119. Ros. Di due colpi. — 123. Ros. rivolge. 152. Ros. Dove. -155. Cr. Già lor maladizione.

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Bar. di verde.· 156, Ros. Ver è che qual. — 138. Cr. ripa fuore.

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