La Divina Commedia, Volume 3Vedova Amula, 1830 |
Contents
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Common terms and phrases
Accademici della Crusca adoperato adunque aferesi alcun Alichino antichi apocope appella avea Barbariccia Biagioli Boccaccio bolgia Caet cagione canto catacresi Cerbero ch'è ch'io chè chiosa codd codice colla Comentatori costui cotal credere Daniello Dante demonj detto divina ellissi esempj Espositori essendo figliuolo Flegetonte gente Gerione grazia della rima imperocchè Inferno intendi invece l'altre ediz l'altre edizioni Landino latino legge il cod legge il Vat legge l'Ang legge la Nidob legge la Nidobeatina lezione Lombardi Lucifero luogo Maestro Magalotti Malacoda medesimo mente mondo monte morte Nidobeatina occhi parlare parole Partic particella passo perocchè piè Poeta Poggiali pure Purg ripa scrittori segg senso serpente significa significato sincope spiega Tebe terra Torelli trova vale Vedi il Cinon Vedi il Vocab Vedi il Vocabolario Vellutello Venturi verbo verso vidi Villani Virgilio vizj Vocabolario della Crusca Volpi vuol dire zione כג
Popular passages
Page 320 - Ciclo a te così benigno, Dato t' avrei ali' opera conforto. Ma quello ingrato popolo maligno, 61 Che discese di Fiesole ab antico, E tiene ancor del monte e del macigno, Ti si farà per tuo ben far nimico: 64 Ed è ragion} che tra gli lazzi sorbi Si disconvien fruttare il dolce
Page 556 - Considerate la vostra semenza: 118 Fatti non foste a viver come bruti, Ma per seguir virtute e conoscenza. Li miei compagni fec'io sì acuti, 121 Con questa orazion picciola, al cammino, Ch'appena poscia gli averci tenuti. E volta nostra poppa nel mattino,
Page 37 - che l'umana specie per la sola Beatrice superi in nobiltà tutte le sublunari creature , ciò ne sforza a capire per Beatrice la sapienza celeste, o teologia, piuttosto che la donna amata da Vegno di loco, ove tornar disio: Amor mi mosse, che mi fa parlare. Quando sarò dinanzi al Signor mio, 7 3 Di
Page 378 - mi fa sovvenir del mondo antico. 1' fui colui, che la Ghisola bella 55 Condusse a far la voglia del Marchese, Come che suoni la sconcia novella. E non pur io qui piango Bolognese: 58 » disperati senza voler tornare a vera penitenza. Ed è questo » luogo delle Salse a Bologna tre miglia alla montagna; e
Page 405 - di quanto mal fu maire, 115 Non la tua conversion, ma quella dote Che da te prese il primo ricco Patre! E mentre io gli cantava colai note, 118 O ira, o coscienza, che '1 mordesse, Val
Page 568 - Credendomi sì cinto fare ammenda: E certo il creder mio veniva intero, Se non fosse il gran Prete, a cui mal prenda, 70 Che mi rimise nelle prime colpe: E come e quare voglio che m'intenda. Mentre ch'io forma fui d'ossa e di polpe, 73 Che la madre mi die', l'opere mie Non furon leonine, ma di volpe.
Page 284 - Minos la manda alla settima foce. Cade in la selva, e non l'è parte scelta; 97 Ma là, dove Fortuna la balestra, Quivi germoglia, come gran di spelta. Surge in vermena, ed in pianta silvestra: 100 L'Arpie, pascendo poi delle sue foglie, Fanno dolore, ed al dolor finestra.
Page 42 - così una reale Lucia vesta del carattere della grazia. E disse : or abbisogna il tuo fedele Di te, ed io a te lo raccomando. Lucia, nimica di ciascun crudele, 100 Si mosse, e venne al loco, dov'io era, Che mi sedea con l'antica Rachele; Disse: Beatrice, loda di Dio vera, io3 L'essere poi la grazia un effetto che
Page 231 - 3199. -Al Biagioli sembra guasta la lezione di Nidobeato, e sostiene la Cominciò poi a dir, son tre cerchietti Di grado in grado, come quei che lassi. Tutti son pien di spirti maladetti: 19 Ma perché poi ti basti pur la vista, Intendi come, e perché son costretti. D'ogni malizia, ch'odio in Cielo acquista,
Page 562 - ch'ebber colto lor viaggio 16 Su per la punta, dandole quel guizzo, Che dato avea la lingua in lor passaggio, Udimmo dire: o tu, a cui io drizzo 19 La voce, e che parlavi mo Lombardo, Dicendo: issa ten va, più non t'adizzo; sente. »-»Ma ilBiagioli sostiene che si debba leggere del