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21° Deh se tanto lavoro in bene assommi,
Un lampeggiar di riso dimostrommi?
PAR. Nell'aquile mortali, incominciommi,
20° Perchè de'fuochi, ond'io figura fommi,
Di tutti i loro gradi son li sommi.
31° Come parea, sorrise e riguardommi;

E'l santo Sene: Acciocchè tu assommi
A che priego ed amor santo mandommi,

omo

INF. Ma sol d'incenso lagrime e d'amomo; 24" E qual è quei che cade, e non sa como, O d'altra oppilazion che lega l'uomo, PUR. Chi nel viso degli uomini legge Omo, 23 Chi crederebbe che l'odor d'un pomo

E quel d'un'acqua, non sapendo como?

on

PUR. Dentro raccolto immagina Sion

Sì, ch'ambodue hann'un solo orizzon,
Che mal non seppe carreggiar Feton,

ona

IVF. Chè la divina giustizia gli sprona 3° Quinci non passa mai anima buona;

5

Ben puoi saper omai che'l suo dir suona. Prese costui della bella persona Amor, ch'a null'amato amar perdona, Che, come vedi, ancor non m'abbandona. 6 Dello demonio Cerbero che introna

Noi passavam su per l'ombre che adona Sopra lor vanità che par persona. 8" Conforta e ciba di speranza buona, Così sen va, e quivi m'abbandona Chè l sì e 'l no nel capo mi tenzona. 21° Ch'uscivan patteggiati di Caprona,

Io m'accostai con tutta la persona Dalla sembianza lor, ch'era non buona. 31 Montereggion di torri si corona;

Torreggiavan di mezza la persona Giove dal cielo ancora, quando tuona. 33° Del bel paese là dove il si suona;

Muovansi la Capraia e la Gorgona, Si ch'egli annieghi in te ogni persona. PUR L'anima mia, che, con la sua persona 2 Amor che nella mente mi ragiona,

Che la dolcezza ancor dentro mi suona. 3. Dell'onor di Cicilia e d'Aragona,

Poscia ch'io ebbi rotta la persona Piangendo a Quei che volentier perdona. 11° Perdoniamo a ciascuno, e tu perdona Nostra virtù, che di leggier s'adona, Ma libera da lui, che si la sprona. 14 Un fiumicel, che nasce in Falterona,

Di sovr'esso rech'io questa persona:
Chè il nome mio ancor molto non suona

17 Non è felicità, non è la buona

L'amor, ch'ad esso troppo s'abbandona, Ma come tripartito si ragiona, 18 Che ristar non potem; però perdona, Io fui Abate in San Zeno a Verona, Di cui dolente ancor Melan ragiona. 20 Secondo l'affezion ch'a dir ci sprona, Però al ben che 'l dì ci si ragiona; Non alzava la voce altra persona.

22 Più strinse alcun di non vista persona: Ma dimmi; e come amico mi perdona E come amico omai meco ragiona: 24° Dimmi s'io veggio da notar persona La mia sorella, che tra bella e buona, Nell'alto Olimpo già di sua corona.

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101

32

Cotanto è giusto, quanto a lei consuona; Ma essa, radiando, lui cagiona. 23° Formata in cerchio a guisa di corona, Qualunque melodia più dolce suona Parrebbe nube che squarciata tuona, 29" Quando ambeduo li figli di Latona, Fanno dell'orizzonte insieme zona, 31° E vidi lei, che si facea corona,

Da quella region, che più su tuona,
Qualunque in mare più giù s'abbandona.

onca

INF. Perch'io traeva la parola tronca, 107 9° In questo fondo della trista conca

95

41

80

Che sol per pena ha la speranza cionca? 20° Che ne'monti di Luni, dove ronca Ebbe tra bianchi marmi la spelonca E'l mar non gli era la veduta tronca.

onchi

86

95

14

47

INF. Che tante voci uscisser tra que bronchi 26
13° Però, disse il Maestro: Se tu tronchi
Li pensier c'hai si faran tutti monchi.
oncia

110 INF. Ch'i'potessi in cent'anni andare un'oncia, 83
30° Cercando lui tra questa gente sconcia,
E men d'un mezzo di traverso non ci ha.
116 PAR. Dell'empio suo pastor, che sarà sconcia 53
9° Troppo sarebbe larga la bigoncia

17

E stanco chi 'l pesasse ad oncia ad oncia, onda

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Tremaci quando alcuna anima monda
Per salir su, e tal grido seconda.

89

23 Che mi va innanzi,l'altr'ier, quando tonda 119
(El Sol mostrai). Costui per la profonda
Con questa vera carne che'l seconda.
29° A rimpetto di me dall'altra sponda,
Si come luce luce in ciel seconda,
Coronati ciascun di verde fronda.
32° Ed ella: Vedi lei sotto la fronda

Vedi la compagnia che la circonda; Con più dolce canzone e più profonda. 33° Ordite a questa Cantica seconda,

Io ritornai dalla santissim'onda
Rinnovellate di novella fronda,

PAR. Delfica Deità dovria la fronda

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Si pregherà perchè Cirra risponda.

86

140

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32

4

ondo

Tanto, che per ficcar lo viso al fonda, Or discendiam quaggià nel cieco mondo, Io saro primo, e tu sarai secondo. Diversa colpa giù gli aggrava al fondo, Ma quando tu sarai nel dolce mortg Più non ti dico, e più non ti risponda. 86, 11 E ne'suoi beni: e pero nel secoaio

Diss'io appresso, il cui parlar m'innonda 119 INF. Non è l'affezion mia tanto profonda, Ma Quei, che vede e puote, a ciò risponda. 20 Di vero amor, ch'alla morte seconda L'altra, per grazia che da sì profonda Non pinse l'occhio insino alla prim`onda, 24° Ed io: Sì, l'ho sì lucida e sì tonda,

Appresso uscì della luce profonda, Sovra la quale ogni virtù si fonda, 23° Nè di iattanza: ed egli a ciò risponda, Come discente, ch'a dottor seconda Perchè la sua bontà si disasconda: 26° Chè l'uso de'mortali è come fronda Nel monte che si leva più dall'onda. Dalla prim'ora a quella ch'è seconda, 28 Quanto la sua veduta sì profonda

Quinci si può veder, come si fonda Non in quel ch'ama, che poscia seconda; 30 Ancor degli occhi, chinandomi all'onda E si come di lei bevve la gronda Di sua lunghezza divenuta tonda. onde

INF. Dissi: Questo che dice? e che rispondo 8 Ed egli a me: Su per le sucide onde

Se'l fummo del pantan nol ti nascondo. 9° Mirate la dottrina, che s'asconde E già venía su per le torbid'onde Per cui tremavano ambedue le sponde; fun. Mal popol tuo sollecito risponde 6" Or ti fa lieta, chè tu hai ben onde:

S'io dico ver, l'effetto nol nasconde. 8° Che tu dèi a Colni, che si nasconde Quando sarai di là dalle larghe onde, Là, dove agl'innocenti si risponde. 22 Ed una voce per entro le fronde

116 6

71

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Qualunque priva se del vostro mendo, E piango là dov'esser dee giocondo. 62 12° È Azzolino; e quell'altro, ch'è ticndo, I'v Fu spento dal figliastro su nel monda, Questi ti sia or primo, ed io secondo. 137 14° Si deriva cosi dal nostro mondo,

107

8

62

134

Ed egli a me: Tu sai che 'l luogo è tɔn? Pare a sinistra giù calando al ford, 18 Vaneggia un pozzo assai largo e

Quel cinghio che rimane alunque e kan Ed ha distinto in dieci valli il fonds. 86 19 Che mostri in cielo,in terra e nel mal mes.. Io vidi per le coste e per lo fondo D'un largo tutti; e ciascuno era tendo. 20 A risguardar nello scoverto fonda, E vidi gente per lo valion tond> Che fanno le letane in questo menda 27° A persona che mai tornasse al rappio, Ma perciocchè giammai di questo fonde Senza tema d'infamia ti risponds. 34° Entrammo per tornar nel chiaron de Salimmo su, ei primo ed io seconie, Che portal ciel, per un pertugiɔ tezări PUR. Voltommi per le ripe e per lo fon 3° Deh quando tu sarai tornato al made, Seguitò il terzo spirito al serendis Quell'ombre orando, andavan sotto" peri Disparmente angosciate tutte a tondo, Purgando la caligine del mondo. Cagion di meritare in voi, seconda Color che ragionando andaro al fondo, Però moralità lasciaro al monio. 26 Quanto bisogna a noi di questo miniPoi, forse per dar luego altrui soves! Come per l'acqua il pesce andan lo ai 31° Pria che Beatrice discendesse ai n

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Poi disse: Più pensava Maria, onde Ch'alla sua bocca, ch'or per voi risponde: 24 E gridar non so che verso le fronde,

Che pregano, el pregato non risponde,
Tien alto il lor disio, e nol nasconde.

28 Che'nvêr sinistra con sue piccole ondo
Tutte l'acque che son di qua più monde,
Verso di quella che nulla nasconde;
PAR. Esser conviene un termine, da onde
2o Ed indi l'altrui raggio si rifonde

Lo qual diretro a se piombo nasconde.
8° Che mi raggia d'intorno, e mi nasconde
Assai m'amasti, ed avesti ben onde;
Di mio amor più oltre che le fronde.
12° Zeffiro dolce le novelle fronde,

Non molto lungi al percuoter dell'onde, Lo Sol tal volta ad ogni nom si nasconde, 23 Come l'augello, intra l'amate fronde,

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C

14° Lumi biancheggia tra i poli del mondo 98 8° Sette volte nel letto, che 'l Montone

Si costellati facean nel profondo
Che fan giunture di quadranti in tondo.
15 Tal, ch'io pensai co'miei toccar lo fondo 35
Indi, ad udire ed a veder giocondo,
Ch'io non intesi; si parlò profondo.
19° La vista che riceve il vostro mondo,

Che, benchè dalla proda veggia il fondo,
Egli è; ma'l cela lui l'esser profondo.
20 Che Rifeo Troiano in questo tondo

Ora conosce assai di quel che 'l mondo
Benchè sua vista non discerna il fondo.
22 Rimira in giuso, e vedi quanto mondo

59

Che cotesta cortese opinione

134

107

Con maggior chiovi, che d'altrui sermone,
10° Muovere a noi, non mi sembran persone, 113
Ed egli a me: La grave condizione
Si, che i mie'occhi pria n'ebber tenzione.
12° Quivi ben ratta dall'altro girone:
Noi volgend'ivi le nostre persone,
Cantaron sì, che nol diria sermone.
68 15° Vidimi giunto in su l'altro girone,
Quivi mi parve in una visione
E vedere in un tempio più persone:
D'ogni virtute, come tu mi suone,
Ma prego che m'additi la cagione,
Chè nel cielo uno, ed un quaggiù la pone.
Alcuna cosa nel nuovo girone;

128 16

Si che'l tuo cuor, quantunque può, giocondo
Che lieta vien per questo etereo tondo.
25° Chè ciò che vien quassù del mortal mondo,35
Questo conforto del fuoco secondo
Che gl'incurvaron pria col troppo pondo.
27° Difese a Roma la gloria del mondo

E tu, figliuol, che per lo mortal pondo
E non asconder quel ch'io non ascondo.
30" Ci ferve l'ora sesta, e questo mondo

17°

Dolce mio Padre, di', quale offensione
Se i piè si stanno, non stea tuo sermone.

62 21° Ordine senta la religione

2

110

Quando'l mezzo del cielo, a noi profondo
Perde 'l parere infino a questo fondo;
31° Carità di colui, che in questo mondo,
Figliuol di grazia, questo esser giocondo,
Tenendo gli occhi pur quaggiuso al fondo;

one

Isr. Sì ch'a bene sperar m'era cagione


L'ora del tempo, e la dolce stagione:
La vista, che m'apparve, d'un leone.
2° Intese cose che furon cagione

Andovvi poi lo Vas d'elezione,
Ch'è principio alla via di salvazione.
4 Quivi vid'io e Socrate e Platone,

Democrito, che il mondo a caso pone,
Empedoclès, Eraclito e Zenone:

6° S'alcun v'è giusto: e dimmi la cagione,
Ed egli a me: Dopo lunga tenzone
Caccerà l'altra con molta offensione.

11° Ma perchè si fa forza a tre persone,
A Dio, a sè, al prossimo si puone
Com'udirai con aperta ragione.

13 Sappi che se' del secondo girone,

Che tu verrai nell'orribil sabbione.
Cose che daran fede al mio sermone.

Libero è qui da ogni alterazione:
Esserci puote, e non d'altro, cagione.
24° Per le fosse degli occhi ammirazione
Ed io, continuando il mio sermone,
Che non farebbe, per l'altrui cagione.
26 E cosi ferman loro opinione
Così fer molti antichi di Guittone,

83

59

80

41

5

122


Fin che l'ha vinto 'l ver con più persone.
PAR. La violenza altrui per qual ragione
Ancor di dubitar ti dà cagione

20

41

Secondo la sentenza di Platone.

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13° Di tutta l'animal perfezione;
Sì ch'io commendo tua opinione;
Nè fia qual fu in quelle duo persone.
16° Sariensi i Cerchi nel pivier d'Acone,
Sempre la confusion delle persone
Come del corpo il cibo che s'appone.
Senza quell'ombra, che mi fu cagione, 140
L'aspetto del tuo nato, Iperione,
Circa e vicino a lui Maia e Dione.
Fin che'l maestro la quistion propone,
Così m'armava io d'ogni ragione,
A tal querente ed a tal professione.
25° Mi disse: Mira, mira: ecco'l Barone,
Si come quando 'l colombo si pone
Girando é mormorando, l'affezione;
26° Tirarti verso lui; sì cho tu suone,
Non fu latente la santa intenzione
Ove menar volea mia professione.
32° E tu mi seguirai con l'affezione
E cominciò questa santa orazione.
oni

83

65

47

17

50

149

15 Fu trasmutato d'Arno in Bacchiglione, 113]
Di più direi; ma 'l venir el sermone
Là surger nuovo fumino dal sabbione.

17° Per cento ruote, e da lungi si pone
Così ne pose al fondo Gerione

E, discarcate le nostre persone,

21° Diceva l'un coll'altro in sul groppone? 101)
Ma quel demonio che tenea sermone
E disse: Posa, posa, Scarmiglione.

28° Achitofel non fe più d'Absalone

Perch'io partii così giunte persone,
Dal suo principio, ch'è 'n questo troncone.
29° L'un dell'altro giaceva; e qual carpone 68
Passo passo andavam senza sermone,
Che non potean levar le lor persone.
31° D'Achille e del suo padre esser cagione
Noi demmo'l dosso al misero vallone,
Attraversando senza alcun sermone.

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Ma tu chi se', che nostre condizioni Si come io credo, e spirando ragioni? 22 Diretro; ed ascoltava i lor sermoni Ma tosto ruppe le dolci ragioni Con pomi ad odorar soavi e buoni. PAR. M'era in disio d'udir lor condizioni, 5o O bene nato, a cui veder li troni Prima che la milizia s'abbandoni; 9° Per mostrarsi di parte. E cotai doni Su sono specchi, voi dicete troni, Si che questi parlar no paion buoni. 19° Dell'Indo; e quivi non è chi ragioni E tutti suoi voleri ed atti buoni Senza peccato in vita od in sermoni: 32° A mezzo'l tratto le duo discrezioni, Ma per l'altrui, con certe condizioni: Prima ch'avesser vere elezioni.

onio

INF. E se di ciò vuoi fede, o testimonio, 18° Così parlando il percosse un demonio

Ruffian, qui non son femmine da conio. 30° Ma tu non fosti si ver testimonio,

113

59

13°

Chè 'l tempo saria corto a tanto suono. PUR. O sante Muse, poi che vostro sono, 128 1° Seguitando il mio canto con quel suono, Lo colpo tal, che disperar perdone. Tarpeia, come tolto le fu'l buono Io mi rivolsi attento al primo tuono, Udire in voce mista al dolce suono. La colpa della invidia, e però sono Lo fren vuol esser del contrario stone; Prima che giunghi al passo del perdons. 19° Rispose; non errar, conservo sono Se mai quel santo evangelico suone, Ben puoi veder perch'io così ragione. 28° Si appressando sè, che 'l dolce suono Tosto che fu là dove l'erbe sono Di levar gli occhi suoi mi fece dono. 33° Dinanzi a suoi maggior parlando sono, Avvenne a me, che senz'intero suono Voi conoscete, e ciò ch'ad essa è buono. 62 PAR. Disse: Muta pensier, pensa ch'io sono 18" Io mi rivolsi all'amoroso suono

71

41

113

116

S'io dissi falso, e tu falsasti 'l conio, E tu per più che alcun altro dimonio. PUR.E mal fa Castrocaro, e peggio Conio, 14 Ben faranno i Pagan, da che'l Demonio Giammai rimanga d'essi testimonio. PAR Che, sanza prova d'alcun testimonio, 29° Di questo ingrassa il porco santo Antonio, Pagando di moneta sanza conio.

onna

PAR. Fra me, dille, diceva, alla mia Donna 7° Ma quella reverenza, che s'indonna

Mi richinava come l'uom ch'assonna. 26° Risonò per lo cielo; e la mia Donna E come al lume acuto si dissonna Allo splendor, che va di gonna in gonna, 32° Siede Lucia, che mosse la tua Donna,

Ma perchè l tempo fugge che t'assonna,
Che, com'egli ha del panno, fa la gonna;

onne

PUR. Volseci in su colui che si parlonne, 19° Mosse le penne poi e ventilonne,

Ch'avran di consolar l'anime donne. 25° Corse Diana, ed Elice caccionne,

Indi al cantar tornavano; indi donne Come virtute e matrimonio imponne. 32° Che precedeva, tutta trapassonne Indi alle ruote si tornår le donne, Si che però nulla penna crollonne.

onno

122

11

68

137

47

Negli occhi santi amor, qui l'abbandono: 21° E fero un grido di si alto suono,

Ne io lo intesi; si mi vinse il tuono.

onta

12:

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11

5

INF. Chè i Pesci guizzan su per l'orizzonta, 1 11 El balzo via là oltre si dismonta. 14° Fanno Acheronte, Stige e Flegetonta; 130 Infin là, dove più non si dismonta: Tul vederai: però qui non si conta 32° Malvagio traditor, ch'alla tua onta Va'via, rispose, e ciò che tu vuoi, conts; Di quel ch'ebbe or così la lingus pronta. PUR. S'altra cagione in contrario non ponta, 13° Quanto di qua per un miglia`si conta, Con poco tempo, per la voglia pronta. 17° Quand'una voce disse: Qui si monta: E fece la mia voglia tanto pronta Che mai non posa, se non si raffronta 20° Con la qual giostrò Giuda; e quella pontato Quindi non terra, ma peccato ed onts Quanto più lieve simil danno conta.

onte

INF. Perchè non sali il dilettoso monte,
Or se tu quel Virgilio, e quella fonte,
Risposi lui con vergognosa fronte.
Le fa parer di trapassar si pronte,
Ed egli a me: Le cose ti fien conte
Su la trista riviera d'Acheronte.
Ed ei s'ergea col petto e colla fronte,
E l'animose man del Duca e pronte
Dicendo: Le parole tue sien conte
L'anno del Giubbileo, su per lo poste
Che dall'un lato tutti hanno la fronte
Dall'altra sponda vanno verso 'l meste:
Non temer tu; ch'io ho le cose conte,
Poscia passò di là dal co`del ponte,

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INF. Più lune già; quand'io feci 'l mal sonno, 26 33° Questi pareva a me maestro e donno,

Per che i Pisan veder Lucca non ponno. PAR. Per simigliarsi al punto, quanto ponno, 101 28° Quegli altri amor, che dintorno gli vonno, Per che'l primo ternaro terminonno.

ono

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32 25° Chè se quello in serpente, e questa în cale * Che duo nature mai a fronte a frente A cambiar lor materie fosser prot'e 27° Così com'ella sie' tra 'l piano el mate, Ora chi se' ti prego che ne conte: Se 'l nome tuo nel mondo tegna fronte. 332 Cacciando 'l lupo e i lupicini al monte, Con cagne magre, studiose e conte,

101

S'avea messi dinanzi dalla fronte.

PUR. Lo Sol ch'avea colle saette conte 2 Quando la nova gente alzò la fronte Mostratene la via di gire al monte. 3. E di molti altri. E qui chinò la fronte. Noi divenimmo intanto appiè del monte: Che indarno vi sarien le gambe pronte. Si compia che ti tragge all'alto monte, Io fui di Montefeltro; io son Buonconte: Per ch'io vo tra costor con bassa fronte. 120 Quivi mi batteo l'ale per la fronte:

Come a man destra per salire al monte, La ben guidata sopra Rubaconto, : 5 Perché per noi girato era sì il monte, Quando io sentii a me gravar la fronte E stupor m'eran le cose non conte: 99 Dell'alto di i giron del sacro monte; Seguendo lui, portava la mia fronte Che fa di sè un mezzo arco di ponte: Spesse fiate ragioniam del monte, Euripide v'è nosco, e Antifonte, Greci, che già di lauro ornâr la fronte. 30 Avere in sè, mi feria per la fronte,

Per cui le fronde, tremolando pronte, U' la prim'ombra gitta il santo monte; 10 Come degnasti d'accedere al monte?

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104

Pur che i Teban di Bacco avesser nopo; 26° Ma forse reverente, agli altri dopo, Nè solo a me la tua risposta è uopo; Che d'acqua fresca Indo o Etiòpo.

oppa

89

17

95

INF. Che si frange con quella in cui s'intoppa, 23 38 7° Qui vid'io gente più ch'altrove troppa, Voltando pesi per forza di poppa: 12o E che porti costui in su la groppa, Chiron si volse in sulla destra poppa, E fa' cansar, s'altra schiera v'intoppa. 21° Chi fa suo legno nuovo, e chi ristoppa Chi ribatte da proda, e chi da poppa; Chi terzeruolo ed artimon rintoppa: 25° Quante bisce egli avea su per la groppa, 20 Sopra le spalle, dietro dalla coppa,

8

74

Gli occhi mi cadder giù nel chiaro fonte;
Tanta vergogna mi gravò la fronte
320 Male quattro un sol corno avean per fronte 146
Sicura, quasi rocca in alto monte,
M'apparve con le ciglia intorno pronte.
R. Debili si, che perla in bianca fronte
Tali vidio più facce a parlar pronte:
A quel, ch'accese amor tra l'uomo el fonte.
4 Fede che è? Ond'io levai la fronte

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Poi mi volsi a Beatrice; ed ella pronte L'acqua di fuor del mio interno fonte. 5° Ritornerò poeta, ed in sul fonte

Perocchè nella fede, che fa conte Pietro per lei sì mi girò la fronte. 1o La parte oriental dell'orizzonte

Cosi, quasi di valle andando a monte,
Vincer di lume tutta l'altra fronte.

onti

F. Infra tre Soli, e che l'altra sormonti Alto terrà lungo tempo le fronti, Come che di ciò pianga, e che n'adonti. R. Teme di perder perch'altri su monti, 17 Ed è chi per ingiuria par ch'adonti

14

E quello affuoca qualunque s'intoppa. 9 Più cara è l'ana; ma l'altra vuol troppa PUR. Che non si volga dritta per la toppa, Perch'ell'è quella che 'l nodo disgroppa.

oppia

11

122

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53

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INF. E l'altro, a cui pareva tardar troppo,
13o Le gambe tue alle giostre del Toppo.
Di sè e d'un cespuglio fece un groppo.
220 Rispose: Malizioso son io troppo,
Alichin non si tenne, e di rintoppo
Io non ti verrò dietro di galoppo,
33° El duol, che truova,in sugli occhi rintoppo,95
Chè le lagrime prime fanno groppo.
Riempion sotto 'l ciglio, tutto il coppo.
PUR. In questo regno sì, ch'io perdo troppo,
Qual esce alcuna volta di galoppo
E va per farsi onor del primo intoppo;

119

E tal convien, che 'l male altrui impronti.

PAR. Che si sarebbe volto a Simifonti, 16' Sariesi Montemurlo ancor de' Conti;

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E forse in Valdigrieve i Buondelmonti.
25° Mi venne; ond'io levai gli occhi a'monti, 38
Poichè, per grazia, vuol che tu t'affronti
Nell'aula più segreta, co' suoi conti;

ontra

INF. Uno aspettar così, com'egli incontra 229 E Graffiacan, che gli era più di contra, E trassel su, che mi parve una lontra.

ope

opra

INF.

16

32

Presso a color, che non veggon pur l'opra, 119 Ei disse a me: Tosto verrà di sopra Tosto convien ch'al tuo viso si scuopra. 190 E ch'io son stato così sottosopra, Chè dopo lui verra, di più laid'opra, Tal che convien che lui e me ricopra. 33° Trovai un tal di voi, che per sua opra Ed in corpo par vivo ancor di sopra.

80

155

131

PAR. Che saranno in giudicio assai men prope 107 PUR. Eunoè si chiama; e non adopra, 19 E tai Cristian dannerà l'Etiope,

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