Scritti di critica e di estetica

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R. Ricciardi, 1913 - 240 pages
 

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Page 28 - Seguitò il terzo spirito al secondo, Ricorditi di me, che son la Pia: Siena mi fé', disfecemi Maremma: Salsi colui che innanellata pria. Disposando m
Page 29 - Come l'augello, intra l'amate fronde, Posato al nido de' suoi dolci nati La notte che le cose ci nasconde, Che, per veder gli aspetti desiati...
Page 193 - Lorenzo, in sì fieri dubbj, e in tanti tormenti, ogni volta ch' io domando consiglio alla mia ragione, mi conforta dicendomi : Tu non se immortale. Or via, soffriamo dunque e sino agli estremi. — Uscirò, uscirò dall' inferno della vita ; e basto io solo : a questa idea rido e della fortuna , e degli uomini, e della stessa onnipotenza di Dio. 28 maggio. Spesso io mi figuro tutto il mondo a soqquadro , e il cielo, e il sole, e l...
Page 207 - In questo stato di cose l'epicureismo divenne il sistema meno pericoloso che si potesse da' poeti abbracciare. Quando non è più lecito il parlare di libertà, quando le profonde e calde commozioni dell'animo vengono considerate come attentati contro l'assoluto comando, non rimane agli ingegni altro miglior partito, che quello della prudente ed onnipotente necessità, tacere e godere. Si abbandona il sentimento d'una libertà divenuta impossibile, ma si conserva allo spirito (ragiona qui con molta...
Page xxiii - Che io abbassi troppo il Leopardi e il Giordani, può essere; ma vi confesso che le opinioni religiose e morali hanno gran peso nel giudicare, ch'io fo, degl'ingegni: l'uomo che neghi Dio e la Bellezza, eziandio umana, del Cristianesimo, parmi natura gretta e dannata in questa vita a gelo perpetuo.
Page 67 - ... o perdere sé, le aggrandiva. E un pensiero divino era infuso in quello spettacolo com'essenza stillata in acqua pura che non la intorba punto, ma ne odora ugualmente ogni stilla. In quel cielo circonfuso di mite speranza levai il mio pensiero, né quel pensiero era sì angusto che non ci avesse anche luogo, o Grecia amata, la tua dignità.
Page 112 - Quella vena di pietà malinconica che nel poema pare che scorra soavemente per entro alla tempera ferrea dell' anima sua, quell'evidenza che risulta dalla sincerità del profondo sentire, quella forza di spirito sempre tesa e che par sempre quasi da ignoto movente irritata, e in alto sospinta, sono in gran parte debite alle umiliazioni e ai disagi della sua calunniata, raminga e povera vita.
Page 66 - Tra le memorie che io porterò care meco è una notte di questo gennaio, che il cielo all'esule già prossimo al suo partire pareva voler dare e ricevere un estremo saluto. Mi si conceda, per prolungare quell'addio, ridire qual vidi e quale sentii quella notte: La stella Venere tra mezzodì ed occidente più alto risplende in solitudine serena; di contro più basso di lei sorge dai monti d'Epiro la Luna, e congiunge l'Epiro a Corfù con una traccia di luce.
Page xxiv - II Leopardi è morto: ho pregato un po' anco per lui. Affettuoso di fondo, credo non fosse; e me lo prova il piacere al Giordani".
Page viii - ... so che mia madre, gravida di me, (e se ne vanta) andava dall'un piano all'altro della casa avita portando l'uva da ammostare ; so che i fratelli di mia madre vangarono di lor mano la propria terra. E se qualche dignità e gentilezza è nell'animo mio, la debbo non agli studii...

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