I precursori del Boccaccio e alcune delle sue fonti: studio di Adolfo Bartoli, Volume 2

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G. C. Sansoni, 1876 - 86 pages
 

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Popular passages

Page 68 - Quali i fioretti, dal notturno gelo chinati e chiusi, poi che '1 sol li 'mbianca, si drizzan tutti aperti in loro stelo...
Page 45 - Simona imbotta imbotta, e' non è del mese d'ottobre. La reina ridendo, disse: — Deh in malora! dinne una bella, se tu vogli, che noi non vogliam cotesta. Disse Dioneo: — No, madonna, non ve ne fate male: pur qual più vi piace? io ne so più di mille. O volete: Questo mio nicchio s'io noi picchio; o, Deh fa pian, marito mio; o Io mi comperai un gallo delle lire cento?
Page 62 - Vestite per lo gran caldo, come e detto sopra, le tenere e dilicate carni di sottilissimi vestimenti, i quali dalla cintura in su strettissimi mostravano la forma delle belle...
Page 85 - Sopravviene -un cavaliere che, sentendo i lamenti della vecchia , dice al giovane : perché volete abbandonare vostra madre? Questi protesta che non è sua madre e che non l'ha mai vista. E il cavaliere pronunzia questa turpe sentenza : per provarmi che la mendicante ha mentito, Que la truande me mentist, Et que ne vous apartenist, II le vos convenroit jà f Allora le parti si invertono. La vecchia dice che è vero, che non è madre del giovane; e il giovane che anzi ella è sua madre. Il cavaliere...
Page 51 - ... fantasmi trasformarsi nel mondo reale di uomini schiavi delle loro passioni e dei pregiudizi, che essi medesimi crearono. Quella tendenza, che noi osserviamo continuamente nel Boccaccio, di dar carattere storico ai suoi personaggi; determinare la nascita, la patria, la vita, il nome di uomini che vissero solo nella fantasia del popolo; ci prova chiaro il bisogno di realtà e di verità, che è in lui come in tutti quanti i nostri scrittori.
Page 19 - ... che nel suo testamento le ha lasciate a lui, vescovo, per esser liberato dall'inferno: Chacun an gaaingnoit xx sols, Tant qu'il ot espargnié xx livres; Pour ce qu'il soit d'enfer délivres Les vos laisse en son testament. Il vescovo risponde : che Dio gli perdoni i suoi peccati; e così, conclude il poeta: Li asnes remest crestiens. Questo modo di sentire e di scrivere non ha in vero più nulla del medioevo : la niente di Rutebeuf tende a trascendere i confini della sua età.
Page 29 - ... due mastini il gittò, li quali affamatissimi incontanente il mangiarono. Né stette guari che la giovane, quasi niuna di queste cose stata fosse, subitamente si levò in...
Page 69 - Tu, donna, se' la luce chiara e bella Per cui nel mondo tenebroso accorto Vivo ; tu sei la tramontana stella La qual io seguo per venire al porto; Àncora di salute tu se...
Page 34 - Un beccaio di Abbeville è sorpreso dalla notte, tornando dal mercato, quindi è costretto a fermarsi in un villaggio a mezza strada da casa sua. Domanda dove possa albergare, e gli viene indicata la casa del prete. Il quale però non vuole riceverlo, e lo caccia anzi con mal garbo e con male parole : Ce n'est pas coustume a prestre Que vilains hom gise en son estre. Il beccaio è costretto ad andarsene. Uscito fuori del paese, incontra un pastore con delle pecore; domanda di chi sieno, e gli è...
Page 21 - Du secrestain et de la fanone au, chevalier, I, 302. 5 Fra gli scrittori dei fabliaux ei poeti goliardici ci è, senza dubbio, uno stretto legame, anche prescindendo dallo della Volpe e del romanzo della Rosa; tutti insieme, la falange del pensiero libero, che combatte le. prime battaglie dell'umanità che aspira a risorgere; che apparecchia i futuri trionfi della rinascente natura; che, sghignazzando, cala la pietra sulla tomba del Medioevo, ballandoci intorno una spirito comune che anima questi...

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