Storia della Toscana sino al principato con diversi saggi sulle scienze, lettere e arti, Volume 5

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L. Marchini, 1821
 

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Page 31 - Il pero una mattina gli occhi aperse, ch'avea dormito un lungo sonno, e visti i nuovi frutti sul capo sederse, • le disse : Chi sei tu ? come salisti qua su ? dove eri dianzi, quando, lasso, al sonno abbandonai...
Page 162 - ... io nacqui per lui; dove io non mi vergogno parlare con loro, e domandare della ragione delle loro azioni: e quelli per loro umanità mi rispondono. e non sento per quattro ore di tempo alcuna noia, sdimentico ogni affanno, non temo la povertà, non mi sbigottisce la morte, tutto mi trasferisco in loro.
Page 77 - Ma l' altro puote errar per malo obbietto, O per troppo o per poco di vigore. Mentre ch' egli è ne' primi ben diretto, E ne' secondi sé stesso misura, Esser non può cagion di mal diletto ; Ma quando al mal si torce, o con più cura, O con men che non dee, corre nel bene, Contra 'l Fattore adopra sua fattura. Quinci comprender puoi ch' esser conviene Amor sementa in voi d' ogni virtute, E d' ogni operazion che merta pene.
Page 211 - ... voluto ch'io ti parli. Le virtudi per lui, per lui soffolti saran gli studi; e s'io vorrò narrar li alti suoi merti, al fin son sì lontano, ch'Orlando il senno aspetterebbe invano.
Page 158 - Tarde non furon mai grazie divine. Dico questo, perché mi pareva aver perduta no, ma smarrita la grazia vostra, sendo stato voi assai tempo senza scrivermi, ed ero dubbio donde potessi nascere la cagione. E di tutte quelle mi...
Page 162 - De principatibus, dove io mi profondo quanto io posso nelle cogitazioni di questo subietto, disputando che cosa è principato, di quale spezie sono, come e...
Page 160 - ... vicini. Partitomi dal bosco, io me ne vo ad una fonte, e di qui in un uccellare, con un libro sotto, o Dante o Petrarca, o uno di questi poeti minori, come dire Tibullo, Ovidio e simili. Leggo quelle amorose passioni, e quelli loro amori ricordanmi de' miei, e godomi un pezzo in questo pensiero.
Page 31 - Chi avesse avuto lo spirto di Carlo Sosena allora , avria a Lorenzo forse Detto , quando sentì duca chiamarlo ; Ed avria detto al duca di Nemorse ; Al cardinal de' Rossi , ed al Bibiena, A cui meglio era esser rimaso a Torse ; E detto a Contessina ea Madalena , A la nuora , a la suocera , ed a tutta Quella famiglia d...
Page 31 - A questa altezza, poi che al caldo e al gelo Con tutti i venti trenta anni contesi; Ma tu che a un volger d'occhi arrivi in ciclo Renditi certa che non meno in fretta Che sia cresciuto mancherà il tuo stelo.
Page 159 - ... starà bene a voi durare più fatica, vegliar più le cose, ea me partirmi di villa e dire eccomi. Non posso pertanto, volendovi render pari grazie, dirvi in questa lettera altro che qual sia la vita mia, e se voi giudicate che sia a barattarla con la vostra, io sarò contento mutarla.

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