Prolegomeni del nuovo comento storico-morale-estetico della Divina commedia

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L. Bordandini, 1858 - 397 pages
 

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Popular passages

Page 68 - Lo pane altrui, e com' è duro calle Lo scendere e '1 salir per 1' altrui scale. E quel che più ti graverà le spalle, Sarà la compagnia malvagia e scempia Con la qua! tu cadrai in questa valle : Che tutta ingrata, tutta matta ed empia Si farà contra te : ma poco appresso Ella, non tu, n
Page 339 - Nel mezzo del cammin di nostra vita, Mi ritrovai per una selva oscura Che la diritta via era smarrita.
Page 342 - Se vuoi campar d' esto loco selvaggio : Chè questa bestia, per la qual tu gride, Non lascia altrui passar per la sua via, Ma tanto lo impedisce, che 1' uccide : Ed ha natura sì malvagia e ria, Che mai non empie la bramosa voglia, E dopo il pasto ha più fame che pria. Molti son gli animali, a cui s' ammoglia, E più saranno ancora, infin che il veltro Verrà, che la farà morir con doglia.
Page 175 - ... pace intra loro sia, nella quale si posino le cittadi, e in questa posa le vicinanze s'amino, in questo amore le case prendano ogni loro bisogno, il quale preso, l'uomo viva felicemente; ch'è quello per che l'uomo è nato.
Page 309 - Veggiolo un' altra volta esser deriso ; Veggio rinnovellar l' aceto e il fele, E tra vivi ladroni esser anciso. Veggio il nuovo Pilato sì crudele, Che ciò nol sazia, ma, senza decreto, Porta nel tempio le cupide vele. O Signor mio, quando sarò io lieto A veder la vendetta, che, nascosa, Fa dolce l'ira tua nel tuo segreto? Ciò ch...
Page 327 - Ahi, Costantin, di quanto mal fu matre, Non la tua conversion, ma quella dote Che da te prese il primo ricco patre!
Page 371 - E di venire a ciò io studio quanto posso, sì com'ella sae veracemente. Sì che, se piacere sarà di colui a cui tutte le cose vivono, che la mia vita duri per alquanti anni, io spero di dicer di lei quello che mai non fue detto d'alcuna.
Page 130 - Orribil furon li peccati miei ; Ma la bontà infinita ha sì gran braccia, Che prende ciò che si rivolge a lei. Se il pastor di Cosenza, che alla caccia Di me fu messo per Clemente, allora Avesse in Dio ben letta questa faccia, L' ossa del corpo mio sarieno ancora In co del ponte presso a Benevento, Sotto la guardia della grave mora.
Page 371 - Sonetto, apparve a me una mirabile visione, nella quale io vidi cose che mi fecero proporre di non dir più di questa benedetta, infino a tanto che io non potessi più degnamente trattare di lei. E di venire a ciò io studio quanto posso, si com'ella sa veracemente.
Page 342 - O degli altri poeti onore e lume, Vagliami il lungo studio e il grande amore, Che m' han fatto * cercar lo tuo volume.

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