La battaglia di Benevento: storia del secolo XIII.presso la Tip.Volpi, 1840 - 815 pages |
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affanno allora amore anima avete Baroni BATTAGLIA DI BENEVENTO Berardo biante braccia buon Buoso Buoso da Duera cammino Carlo Caserta castello Cavaliere del fulmine Cavalieri chè chiamato cielo compagni Conte Contessa Corrado cortesia cuore dama delitto diceva dolore Drengotto Drogone Enrico Enrico VII erano faccia favellare Federigo feroce figlio fuggire furono galera gente Ghibellini Ghino gioja giorno Gismonda giuramento Gorello grido guardia Guasparrino innanzi Innocenzio l'anima lagrima lancia lasciò lieta lungo mandò Manfredi mano maraviglia masnadieri Matelda mente Messinella Monforte Monsignore morire morte nemici notte occhi padre Papa parole passi paura pensiero piangere piedi Pontefice possa potuto Provenza Puglia punto pure regno regno di Gerusalemme regno di Sicilia Riccardo Plantageneto ricom rispose Roberto Rogiero sangue Santa sapere scellerato sentire siete signore sollevando spada stava stra Svevia terra testa tornò Trovatori uomini uomo vassalli vedere vesti volete volto Yole
Popular passages
Page 63 - E scomposte le chiome in su la testa, Come campo di biada già matura , Nel cui mezzo passata è la tempesta. E sulla fronte arroncigliata e scura Scritto in sangue ciascuna il nome avea," Nome terror de
Page 416 - Linguadoca , re di Sicilia , del ducato di Puglia e del principato di Capua, a voi, signor Clemente pontefice IV, e in nome vostro ai vostri successori facciamo ligio omaggio pel regno di Sicilia e per tutta la terra ch...
Page 246 - Che gli assegnò sette e cinque per diece. Indi partissi povero e vetusto ; E se il mondo sapesse il cor ch' egli ebbe Mendicando sua vita a frusto a frusto, Assai lo loda, e più lo loderebbe.
Page 7 - Laddove il vizio ha inaridite le menti, e le anime sono appassite dalla costumanza del male, che cosa sono essi mai i fantasmi della gloria? Nomi di scherno, soggetti di riso. Più veemente forza si vuole, che non è la voce della virtù. L'aspetto delle rovine del misfatto può commuovere quelli spiriti, o nessuna altra cosa lo può. La sola voce tremenda dell'Arcangelo spezza le lapidi e suscita i trapassati dal letargo della morte...4 i Cfr.
Page 325 - Signor, far mi convien come fa il buono sonator sopra il suo instrumento arguto, che spesso muta corda, e varia suono, ricercando ora il grave, ora l'acuto. Mentre a dir di Rinaldo attento sono, d'Angelica gentil m'è sovenuto, di che lasciai ch'era da lui fuggita, e ch'avea riscontrato uno eremita. 30 Alquanto la sua istoria io vo
Page 6 - Io racconto una storia di delitti, delitti atroci e crudeli, quali uomini scellerati, che hanno in odio il Creatore e la creatura, possono commettere: quali appena si stimerebbe che vi fosse orecchio da intenderli non che anima da divisarli, e braccio da eseguirli.
Page 300 - Monsignore : intanto ritiratevi, che un balzo della galera non vi lanci, come poco pratico, in mare ; state pur tranquillo, che se sarà tempo da potersi superare con forze umane, noi lo supereremo. „ „ Lo crediamo certamente ; e più della fedeltà dei nostri ci è pegno di questo la vostra vendetta, Gorello. „ Dopo queste parole Carlo presa la mano del timoniere, e affèt. tuosamente stringendogliela, soggiunse : „ Prendete conforto, Cavaliere, un nuovo tempo, e un nuovo amico possono sanare...
Page 212 - O figlio della terra ! in quel1' ora di conforto non abbassare il guardo a tua madre che ti sostiene : gli uomini hanno spogliato i campi dei frutti del sudore per mantenere una vita di stento, e di miseria, — non volgere lo sguardo a tua madre che ti sostiene, ol ' illusione svanisce : — tienlo fisso nel firmamento , il Creatore ti ha conformato per questo.
Page 95 - ... tribolati asceso. Godi che re non sei; godi che chiusa all'oprar t'è ogni via : loco a gentile, ad innocente opra non v'è: non resta che far torto, o patirlo. Una feroce forza il mondo possiede, e fa nomarsi dritto: la man degli avi insanguinata seminò l'ingiustizia; i padri l'hanno coltivata col sangue; e ornai la terra altra messe non da.
Page 246 - E poi il mosser le parole biece a dimandar ragione a questo giusto, che li assegnò sette e cinque per diece. 138 Indi partissi povero e vetusto: e se '1 mondo sapesse il cor ch'elli ebbe mendicando sua vita a frusto a frusto, 141 assai lo loda, e più lo loderebbe».