Vita di Benvenuto Cellini, orefice e scultore fiorentino, Volume 1

Front Cover
Presso Guglielmo Piatti, 1829
 

Common terms and phrases

Popular passages

Page 170 - Inginocchiatomi, lo pregai che mi ribenedissi dell'omicidio, e d'altri che io ne avevo fatti in quel Castello in servizio della Chiesa. Alla qual cosa il Papa, alzato le mane e fattomi un patente crocione sopra la mia figura, mi disse che mi benediva...
Page xlvii - Io vorrei anzi rompermi la mia gamba di legno, che lasciar passare l'opportunità di tornar a dire che noi non abbiamo alcun libro nella nostra lingua tanto dilettevole a leggersi quanto la Vita di quel Benvenuto Cellini scritta da lui medesimo nel puro e pretto parlare della plebe fiorentina. Quel Cellini dipinse quivi sé stesso con sommissima ingenuità, e tal quale si sentiva di essere: vale a dire bravissimo nell'arti del disegno e adoratore di esse non meno che de...
Page xlviii - Si dipinse, dico, come sentiva d'essere, cioè animoso come un granatiere francese, vendicativo come una vipera, superstizioso in sommo grado, e pieno di bizzarria e di capricci; galante in un crocchio...
Page xlix - ... suoi tempi, e specialmente delle corti di Roma, di Firenze e di Parigi ; e ne parla minutamente di molte persone già a noi note d'altronde, come a dire d'alcuni famosi papi, di Francesco primo, del contestabile di Borbone, di madama d'Etampes e d'altri personaggi mentovati spesso nelle storie di que...
Page xlviii - Eppure quella strana pittura di se stesso riesce piacevolissima a' leggitori, perché si vede chiaro che non è fatta a studio, ma che è dettata da una fantasia infuocata e rapida, e ch'egli ha prima scritto che pensato; e il diletto che ne da mi pare che sia un po...
Page xlvii - ... accingersi a scrivere, presto vedrebbero che il formarsi uno stile buono non è quella gran montagna da inghiottire che i retori balordi ei grammaticuzzi assicurano, e presto vedrebbero come la natura sa al primo cenno correre in aiuto di chi la chiama, senza farsi chiamare due volte; come corse ad aiutare quel Cellini, che sempre la invocò divotamente, e che, quantunque ignorante e plebeo, pure fu da lei reso il meglio maestro di stile che s'abbia l'Italia.
Page 359 - Acheronte. Allor con gli occhi vergognosi e bassi, Temendo no 'l mio dir gli fusse grave , 80 Infino al fiume di parlar mi trassi. Ed ecco verso noi venir per nave Un vecchio bianco per antico pelo , Gridando: Guai a voi anime prave: Non isperate mai veder lo cielo. 85 I' vegno per menarvi all' altra riva , Nelle tenebre eterne, in caldo e in gelo: E tu che se' costì, anima viva, Partiti da cotesti che son morti.
Page 154 - Da poi che voi mi avete menato qui, gli è forza fare qualche atto da uomo; e volto il mio archibuso dove io vedevo un gruppo di battaglia più folta e più serrata, posi la mira...
Page li - Costui è specialmente mirabile nel dipingere al vivo con pochi tratti i caratteri , gli affetti , le fisonomie , i moti ei vezzi delle persone. Qui giova avvertir di passaggio , che fra gli autori italiani del Cinquecento risplende ordinariamente più filosofia nelle opere degli eccellenti artisti , che in quelle de...
Page 12 - In questo gli venne veduto un paro di forbicine; cosi, lusingandomi, gli tagliò la coda e le bocche. Di poi che lui fu sicuro del gran male, lo prese per buono aurio.

Bibliographic information