Studii sul Petrarca e sul Tasso, Volume 11Edizioni A. P. E., 1926 - 393 pages |
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accenni alcun Alfonso allora Alvida amico amore anzi assai avea avesse Avignone avignonese avrebbe bagno bella bisogno Bosone buon canzone Cardinale caso cerca certo Cesare Guasti ch'egli ch'io chè cielo codesto corte credere Creonte d'aver d'esser D'OVIDIO XI Dante desiderio dice dire dolce donna Duca Durenza ebbe Edipo edipodica Edippo Eteocle fare fece Ferrara figlia fiori Firenze fiume Germondo Gerusalemme Giocasta giorno gonna Gozia gran invece Ismene lasciò Leonora lettera Lucrezia luogo medesimo mente morte di Laura nome Noves occhi parole pazzia pensare pensiero Petrarca poco poema poesia poeta Polinice poteva prigionia principessa proprio prova Provenza questione ragione resto Rime riva Rodano s'era Sade sarebbe Scipione Gonzaga scritto scrive semplice Sennuccio sentimento sicchè Sofocle sonetto Sorga sospetto Tasso Tassoni Tebe Tiresia Torquato Torquato Tasso Torrismondo tratti troppo trova uomo Valchiusa vede verde vero verso vista voluto zione Zumbini
Popular passages
Page 64 - A guisa d' un soave e chiaro lume, Cui nutrimento a poco a poco manca; Tenendo al fin il suo usato costume; Pallida no, ma più che neve bianca Che senza vento in un bel colle fiocchi; Parea posar come persona stanca. Quasi un dolce dormir ne' suoi begli occhi, Sendo lo spirto già da lei diviso, Era quel che morir chiaman gli sciocchi.
Page 193 - La contingenza, che fuor del quaderno Della vostra materia non si stende, Tutta è dipinta nel cospetto eterno. Necessità però quindi non prende, Se non come dal viso in che si specchia Nave che per corrente giù discende. Da indi, sì come viene ad orecchia Dolce armonia da organo, mi viene A vista il tempo che ti s
Page 142 - Stiamo , Amor , a veder la gloria nostra , Cose sopra natura , altere e nove : Vedi ben quanta in lei dolcezza piove ; Vedi lume che '1 cielo in terra mostra. Vedi quant...
Page 121 - Valle che de' lamenti miei se' piena, Fiume che spesso del mio pianger cresci, Fere silvestre, vaghi augelli e pesci, Che l'una e l'altra verde riva affrena; Aria de...
Page 288 - ... altre mie solite quasi rapido torrente, dal quale, senza potere avere alcun ritegno, vedo chiaramente esser rapito. Non è più tempo...
Page 126 - Ovunque gli occhi volgo , Trovo un dolce sereno, Pensando : Qui percosse il vago lume , Qualunque erba o fior colgo , Credo che nel terreno Aggia radice ov'ella ebbe in costume Gir fra le piagge , e '1 fiume , E talor farsi un seggio Fresco fiorito e verde ; Così nulla sen' perde ; E più certezza averne fora il peggio . Spirto beato, quale Se' , quando altrui fai tale ? O poverella mia, come se
Page 188 - Sopra 1 monte Tarpeo, canzon, vedrai Un cavalier ch' Italia tutta onora, k Pensoso più d' altrui che di se stesso. Digli : un, che non ti vide ancor da presso, Se non come per fama uom s...
Page 64 - Poi che deposto il pianto e la paura pur al bel volto era ciascuna intenta, per desperazion fatta sicura, non come fiamma che per forza è spenta, ma che per se medesma si consume, se n'andò in pace l'anima contenta, a guisa d'un soave e chiaro lume cui nutrimento a poco a poco manca, tenendo al fine il suo caro costume. Pallida no ma più che neve bianca che senza venti in un bel colle fiocchi, parca posar come persona stanca: quasi un dolce dormir ne...
Page 180 - Rade volte adiven eh' a l' alte imprese Fortuna ingiuriosa non contrasti, Ch'agli animosi fatti mal s'accorda: Ora, sgombrando '1 passo onde tu intrasti, Fammìsi perdonar molt' altre offese, Ch'almen qui da sé stessa si discorda: Però che, quanto '1 mondo si ricorda, Ad uom mortai non fu aperta la via Per farsi, come a te, di fama eterno; Che puoi drizzar, s...