La divina commedia di Dante Allighieri, Volume 3Paroni, 1858 |
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alcun altra amore Angeli anime appresso avea beati spiriti Beatrice Bellincion Berti brama buon Cacciaguida cagione Cantica canto XXII carità Carlo Martello celeste cerchio ch'è ch'io Chè Chiesa ciascuna cielo cielo della Luna colla colui conciossiachè conviene corpo cotal credi Dante desiderio detto dice dimanda dire disio divina dolce Donna empireo Eneide Equatore essendo esso eterna favella fece Fede fiamma figlio figliuolo fiume fuoco furono gente Gesù Cristo Ghibellini giro giustizia gloria gloriosa grado grazia guisa Iddio imperciocchè Inferno intende intorno l'altro l'anima l'aquila l'una larghezza letizia lieta luce Lucifero lume Luna luogo maggior Malebolge maraviglia Maria Vergine medesimo mente mezzo miglia mondo mortali natura occhi padre Paradiso PARAFRASI parlare parole perocchè pianeta Piccarda picciola Pietro Poeta poscia Purg Purgatorio quivi raggio rispose Saturno segg segno sfera Spirito Santo splendore Sposa di Gesù stelle terra tosto veder veggio verso vidi virtù vista viva
Popular passages
Page 100 - e poi era fatturo Per lo regno mortai eh' a lui soggiace. Diventa in apparenza poco e scuro, Se in mano al terzo Cesare si mira Con occhio chiaro e con affetto puro; Che la viva giustizia che mi spira., Gli concedette, in mano a quel eh' io dico, Gloria di far vendetta alla sua ira.
Page 236 - e ciò che può morire 52 Non è se non splendor di quella idea Che partorisce, amando, il nostro Sire; Che quella viva luce, che si mea 55 Dal suo lucente, che non si disuna Da lui, né dall' Amor che 'n lor s'intrea, Per sua bontate il suo raggiare aduna,
Page 12 - Molto è licito là, che qui non lece Alle nostre virtù, mercé del loco Fatto per proprio dell' umana spece. Io noi soffersi molto, né sì poco, Ch' io noi vedessi sfavillar dintorno, Qual ferro che bollente esce del fuoco. E di subito parve giorno a giorno Essere aggiunto, come Quei che puote Avesse 'I
Page 108 - fece Romèo persona umile e peregrina: E poi il mosser le parole biece A dimandar ragione a questo giusto, Che gli assegnò sette e cinque per diece. Indi partissi povero e vetusto • E se 'I mondo sapesse 'I cuor eh' egli ebbe, Mendicando sua vita a frusto a frusto., Assai lo loda, e più lo loderebbe.
Page 166 - ella favorò la prima gloria Di Josuè in su la terra santa Che poco tocca al Papa la memoria. La tua città, che di colui è pianta Che pria volse le spalle al suo Fattore. E di cui è la 'nvidia tanto pianta. Produce e spande il
Page 286 - affetto nostro langue, Mirabil cosa non mi sarà mai' Che là dove appetito non si torce, Dico nel Cielo, io me ne gloriai. Ben se' tu manto che tosto raccorce Sì che, se non s' appon di die in die, Lo tempo va dintorno con le force. I
Page 146 - di sua region, fa mala pruova. E se 'I mondo laggiù ponesse mente Al fondamento che natura pone, Seguendo lui, avria buona la gente. Ma voi torcete alla religione Tal che fu nato a cingersi la spada, E fate Re di tal eh
Page 34 - primi gli occhi tuoi ritruovi: Rivolto ad essi fa che dopo 'I dosso Ti stea un lume che i tre specchi accenda, E torni a te da tutti ripercosso: Benché nel quanto tanto non si stenda La vista più lontana, lì vedrai Come convien ch'egualmente risplenda. Or come ai colpi degli caldi rai Della neve riman nudo
Page 26 - Volta ver me sì lieta come bella: 28 Drizza la mente in Dio grata, mi disse, Che n' ha congiunti con la prima stella. Pareva a me che nube ne coprisse Lucida., spessa, solida e pulita, Quasi adamante che lo Sol ferisse. Per entro sé
Page 126 - Solca creder lo mondo in suo periclo Che la bella Ciprigna il folle amore Raggiasse, volta nel terzo epiciclo; Per che non pure a lei faceano onore Di sacrifici e di votivo grido Le genti antiche nell' antico errore ;• Ma Dione onoravano e Cupido., Quella per madre sua, questo per figlio, E dicean eh