Storia della letteratura italiana: Dall' anno MD fino all' anno MDCDalla tipografia di Giuseppe Molinari, 1823 |
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Popular passages
Page 35 - Tanto eh' io ne perdei lo sonno ei polsi. La meretrice, che mai dall' ospizio Di Cesare non torse gli occhi putti, Morte comune, e delle corti vizio, Infiammò contra me gli animi tutti, E gì' infiammati infiammar sì Augusto, Che i lieti onor tornaro in tristi lutti. L' animo mio, per disdegnoso gusto, Credendo col morir fuggir disdegno, Ingiusto fece me contra me giusto. Per le nuove radici d...
Page 35 - E gì' infiammati infiammar si Augusto, Che i lieti onor tornare in tristi lutti. L'animo mio, per disdegnoso gusto, Credendo col morir fuggir disdegno, Ingiusto fece me contra me giusto. Per le nuove radici d' esto legno Vi giuro, che giammai non ruppi fede Al mio signor, che fu d
Page 35 - 1 tronco : Sì col dolce dir m' adeschi, Ch' i' non posso tacere : e voi non gravi, Pereti' io un poco a ragionar m' inveschi. 1' son colui, che tenni ambo le chiavi Del cuor di Federigo, e che le volsi, Serrando, e disserrando, sì soavi, Che dal segreto suo quasi ogni uom tolsi : Fede portai al glorioso uflzio, Tanto, ch' i' ne perdei le vene ei polsi. La meretrice, che mai dall...
Page 21 - Federico regnò trent'anni imperatore e fu uomo di grande affare e di gran valore, savio di scrittura, e di senno naturale, universale in tutte le cose; seppe la lingua latina, e la nostra volgare...
Page 244 - L' alta mia Tragedia in alcun loco : Ben lo sai tu che la sai tutta quanta. Quell'altro che ne' fianchi è cosi poco, Michele Scotto fu, che veramente Delle magiche frode seppe il giuoco.
Page 189 - Et quia noluit resipicere et culpam suam humiliter recognoscere, sed perseveravit obstinatus procaciter in pertinacia et contumacia sua, posuerunt eum fratres minores in compedibus et in carcere, et sustentaverunt eum pane tribulationis et aqua angustiae. Iste miser nec sic voluit resilire a proposito obstinationis suae, permisit itaque se mori in carcere, et privatus fuit ecclesiastica sepoltura.
Page 163 - Potevasi egli adombrar meglio lo slato dell'Impero dopo la morte d'Arrigo, la lunga guerra tra Ottone e Filippo, la morte di Filippo che rendette Ottone posseditore del trono, e l'abbatterlo che presto fece Federigo II, il qual finalmente rimase posscssor dell'Impero?
Page 22 - Eloquio , cercando per qual ragione a' suoi tempi ciò che scriveasi in lingua (O Par. C. XX. 64. italiana si dicesse scritto in lingua siciliana, afferma, ciò aver avuto origine da'tempi di Federigo II e di Manfredi, i quali re di Sicilia, liberali al sommo e cortesi , allettavano a recarsi presso loro tutti i più colti ingegni di quell
Page 245 - Guido Bonatti, il conte Guido perde la speranza di poter tenere la tirannia, ma quella al tutto lasciò: e preso umile abito entrò nella religione di san Francesco, nella quale tra' frati minori, frate minore passò di questa vita.
Page 176 - Fu gran danno ch'ei non avesse maestri degni di lui, e che in grazia d'Aristotile, cui non leggea che tradotto, abbia negletto lo studio della lingua greca, l'arte della critica, e la soda bellezza de' grandi scrittori d'Atene e di Roma.