In Lode Di Dante: Capitolo E SonettoDalla Tipografia Nistri, 1868 - 16 pages |
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affetto nello scrigno anch'ei il volle antenna Antonio Pucci ardimento Nella presenza assai presontuoso avea l'albitrio avinchia la scrittura BONGI-RANALLI XV GENNAJO braccio manco avinchia Cardinali Italïani Centiloquio Ch'io chè chiosa città di Firenze color sanguigno d'altrui d'astrologiche quistioni Colla Dante fu uom dice Dov'oggi della lana faccia per Dante Firenze fue una ciancia Fur commendate assai fussi Ghibellino Giotto gran poeta Guelfo Idelfonso Italian tutti pregando libertade merite sante mille trecentun NISTRI Norton Orrevole ed antico Papa Perocchè l Salvador Pistole fece copïose Polenta Posto seguente Purgatoro quistioni Colla Teologia Ravenna ricchezze o d'altra ricredenti rima ritratto di Dante San Basilio sanza stima Ottimamente scienza Sommo maestro scienziati e i naturali seguente alle merite sentenze Sette Arti sì alto dire Signor sì grazioso Solvendo le quistioni Sonetto sorte Non perdonò tolto la poppa trovò Signor sì venendo alle discrete veste di color voller poi calunnïare vulgari eloquentia
Popular passages
Page 1 - La mente, stata per addietro ardita Di ragionar delle valenti cose, È al presente tutta sbigottita. Le rime son diventate ritrose, Ch'aver le soglio con agevolezza, Or con fatica l'ho e vergognose: Perchè riconoscendo lor grossezza Non hanno ardir di mostrarsi di fuori Sovr'a materia di cotanta altezza. Detto ho de...
Page 2 - E come ver poeta fu vestito Colla corona in testa dell'alloro, E in sul petto un libro ben fornito. La bara adorna fu di drappo a oro, Siccome piacque al signor da Polenta, Col qtial facea continuo dimoro.
Page 8 - Dante fu uom di nobile nazione, Orrevole ed antico cittadino Della città di Firenze a ragione; Ed ebbe le sue case in San Martino, Dov'oggi della lana si fa l'arte, Ed era Guelfo, e non fu Ghibellino. Ma perché al tempo che la Bianca parte Cacciata fu da Carlo di Valosa, Nel mille trecentun, dicon le carte, Dante era de...
Page 6 - n grembo all'altre per dolor si corica E par che quasi tutta si sconfonda, È fra la gente appellata Rettorica; Senza la quale (e questo abbi per carta) Al mondo, dir leggiadro non si morica. Ed Arismetrica" ha nome la quarta; La quinta Giumetria: e poi la sesta Musica ha nome, che tutta si squarta. L...
Page 9 - n più reami che non hai intesi, Cercando andò degli uomini valenti, Per disputar con loro i dubbi accesi. E molti rimaner fé' ricredenti, Solvendo le quistioni, e difendendo Le sue ragion con veraci argomenti.
Page 16 - Quelle virtù, ch' onoran chi davante Le porta con affetto nello scrigno. Diritto paragon fu di sentenze: Col braccio manco avinchia la scrittura, Perchè signoreggiò molte scienze. E 'l suo parlar fu con tanta misura, Che 'ncoronò la città di Firenze Di pregio, onde ancor fama le dura. Perfetto di fattezze è qui dipinto, Com' a sua vita fu di carne cinto.
Page 12 - Papi e dello Imperiato Trattò con molta gran filosofia. E cominciò un Comento e Trattato Sopra le sue Canzon, tutto volgare, Che sol sopra le tre se n' è trovato; II qual, secondo savio immaginare, Era sì alto dire e sì perfetto, Che forte mi sarebbe a raccontare. E cominciò un nobile libretto, E 'ntitolol De vulgari eloquentia, Nel qual di farne quattro libri ha detto.
Page 11 - E tal si crede intender veramente, Leggendo il testo, tutte .le sue cose, Che la corteccia de' versi non sente: E tal prende la penna per far chiose, Che non discerne per la corta vista Le gran sentenze che vi son nascose: Che, se non è perfetto autorista, Non può comprender la sua poetrìa, E, benchè legga, poco frutto acquista.
Page 3 - Che co" tuoi perfettissimi latini Alluminavi ciascuno ignorante, Chi ci sarà ornai che ben declini, Che avanzasti Prisciano...
Page 5 - Ch'ogni cosa facesti con misura; Tu fusti al mondo tanto grazioso, E tanto misurato, ch'io mi vanto Che Pittagora non fu più famoso. La sesta appresso diceva nel pianto: Or chi avrà pietà del mio tormento, Poich...