In Lode Di Dante: Capitolo E Sonetto

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Dalla Tipografia Nistri, 1868 - 16 pages
 

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Popular passages

Page 1 - La mente, stata per addietro ardita Di ragionar delle valenti cose, È al presente tutta sbigottita. Le rime son diventate ritrose, Ch'aver le soglio con agevolezza, Or con fatica l'ho e vergognose: Perchè riconoscendo lor grossezza Non hanno ardir di mostrarsi di fuori Sovr'a materia di cotanta altezza. Detto ho de...
Page 2 - E come ver poeta fu vestito Colla corona in testa dell'alloro, E in sul petto un libro ben fornito. La bara adorna fu di drappo a oro, Siccome piacque al signor da Polenta, Col qtial facea continuo dimoro.
Page 8 - Dante fu uom di nobile nazione, Orrevole ed antico cittadino Della città di Firenze a ragione; Ed ebbe le sue case in San Martino, Dov'oggi della lana si fa l'arte, Ed era Guelfo, e non fu Ghibellino. Ma perché al tempo che la Bianca parte Cacciata fu da Carlo di Valosa, Nel mille trecentun, dicon le carte, Dante era de...
Page 6 - n grembo all'altre per dolor si corica E par che quasi tutta si sconfonda, È fra la gente appellata Rettorica; Senza la quale (e questo abbi per carta) Al mondo, dir leggiadro non si morica. Ed Arismetrica" ha nome la quarta; La quinta Giumetria: e poi la sesta Musica ha nome, che tutta si squarta. L...
Page 9 - n più reami che non hai intesi, Cercando andò degli uomini valenti, Per disputar con loro i dubbi accesi. E molti rimaner fé' ricredenti, Solvendo le quistioni, e difendendo Le sue ragion con veraci argomenti.
Page 16 - Quelle virtù, ch' onoran chi davante Le porta con affetto nello scrigno. Diritto paragon fu di sentenze: Col braccio manco avinchia la scrittura, Perchè signoreggiò molte scienze. E 'l suo parlar fu con tanta misura, Che 'ncoronò la città di Firenze Di pregio, onde ancor fama le dura. Perfetto di fattezze è qui dipinto, Com' a sua vita fu di carne cinto.
Page 12 - Papi e dello Imperiato Trattò con molta gran filosofia. E cominciò un Comento e Trattato Sopra le sue Canzon, tutto volgare, Che sol sopra le tre se n' è trovato; II qual, secondo savio immaginare, Era sì alto dire e sì perfetto, Che forte mi sarebbe a raccontare. E cominciò un nobile libretto, E 'ntitolol De vulgari eloquentia, Nel qual di farne quattro libri ha detto.
Page 11 - E tal si crede intender veramente, Leggendo il testo, tutte .le sue cose, Che la corteccia de' versi non sente: E tal prende la penna per far chiose, Che non discerne per la corta vista Le gran sentenze che vi son nascose: Che, se non è perfetto autorista, Non può comprender la sua poetrìa, E, benchè legga, poco frutto acquista.
Page 3 - Che co" tuoi perfettissimi latini Alluminavi ciascuno ignorante, Chi ci sarà ornai che ben declini, Che avanzasti Prisciano...
Page 5 - Ch'ogni cosa facesti con misura; Tu fusti al mondo tanto grazioso, E tanto misurato, ch'io mi vanto Che Pittagora non fu più famoso. La sesta appresso diceva nel pianto: Or chi avrà pietà del mio tormento, Poich...

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