La Divine comédie: Le Paradis. Fragments divers du Roland furieux et des satiresBlanc-Montanier, 1842 |
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alcun altra altri altro âme amor amour ancor Anzi assai atto avea avesse Béatrice bienheureux Boniface VIII briller buon cagion CANTO céleste cerchio ch'è CHANT Chè Christ ciascun Ciel Cielo cieux ciò clarté colui cominciò contempler convien cose Così Cotal Cristo Dante dice dietro Dieu disio divine dolce esprit esser esso éternel eterno étoiles fatta fatto fece Florence fuoco gente Gibelins grado grazia Guelfes intorno l'amour letizia lieto luce lume lumière maggior mente molte mondo mortel muove nature occhi ogni padre parlar parole pensée perchè Perocchè piacer più poco Poscia primo può puote quale quei questa quinci quivi radieux raggi raggio rayons regard resplendit ruota saint santo secondo segno sempre Sì ch Sì che soleil sommo sostener soudain sovra splendeur stella sublime tanto tempo terre tosto tutte tutto veder veggio vero vidi virtù viso vista voglia vois vuole yeux
Popular passages
Page 160 - O della propria o dell' altrui vergogna Pur sentirà la tua parola brusca; Ma nondimen, rimossa ogni menzogna, Tutta tua vision fa manifesta, E lascia pur grattar dov' è la rogna : Che se la voce tua sarà molesta Nel primo gusto, vital nutrimento Lascerà poi quando sarà digesta. Questo tuo grido farà come vento Che le più alte cime più percuote: E ciò non fa d
Page 12 - O somma luce che tanto ti levi da' concetti mortali, alla mia mente ripresta un poco di quel che parevi, e fa la lingua mia tanto possente, ch'una favilla sol della tua gloria possa lasciare alla futura gente; che, per tornare alquanto a mia memoria e per sonare un poco in questi versi, più si conceperà di tua vittoria.
Page 252 - De' nostri successor parte sedesse, Parte dall'altra del popol cristiano. Nè che le Chiavi, che mi fur concesse, Divenisser segnacolo in vessillo Che contra i battezzati combattesse. Nè ch' io fossi figura di sigillo A' privilegi venduti e mendaci, Ond' io sovente arrosso e disfavillo.
Page 134 - Fiorenza dentro dalla cerchia antica, Ond' ella toglie ancora e Terza e Nona, Si stava in pace sobria e pudica.
Page 212 - Posato al nido de' suoi dolci nati La notte che le cose ci nasconde, Che, per veder gli aspetti desiati, E per trovar lo cibo onde gli pasca, In che i gravi labor gli sono...
Page 144 - Come del corpo il cibo che s' appone. E cieco toro più avaccio cade Che il cieco agnello, e molte volte taglia Più e meglio una che le cinque spade. Se tu riguardi Luni ed Urbisaglia Come son ite, e come se ne vanno Diretro ad esse Chiusi e Sinigaglia : Udir come le schiatte si disfanno Non ti parrà nuova cosa, nè forte, Poscia che le cittadi termine hanno.
Page 10 - Donna, se' tanto grande, e tanto vali, Che qual vuol grazia, ea te non ricorre, Sua disianza vuol volar senz' ali. La tua benignità non pur soccorre A chi dimanda, ma molte fiate Liberamente al dimandar precorre. In te misericordia, in te pietate, In te magnificenza, in te s' aduna Quantunque in creatura è di bontate.
Page 4 - O voi che siete in piccioletta barca, desiderosi d'ascoltar, seguiti dietro al mio legno che cantando varca, tornate a riveder li vostri liti: non vi mettete in pelago, che, forse, perdendo me rimarreste smarriti.