Sul Veltro Di Dante: Lettera Al Chiarissimo Marchese Gino Capponi (Classic Reprint)

Excerpt from Sul Veltro di Dante: Lettera al Chiarissimo Marchese Gino Capponi

Dante voleva civilizzare il suo secolo, e gli pareva ora è stagione da farlo. Il generoso divisamento gli si offre sotto le.seimbianze di un monte dilettoso e bello, che egli tenta di salire lasciando dietro le spalle il vallone deserto, ela selva aspra e forte, dove non soorgevasi via diritta. Ma v' erano' tre grandi ostacoli, contro i quali forza umana non po teva. Il maggiore di essi era la barbarie. Finge dunque che da se etesso si sarebbe smarrito andando per quel mondo qual era; e chiama aiuto prima da Virgilio il quale aggiunge alle proprie forze quelle di Beatrice. E come Enea, corruttibile ancora discese nello inferno con dottovi dalla Sibilla, per sapere come dovea fondar Roma e la civiltà di quell' impero dal quale poi vennero la cristianità, e la Chiesa; cosi Dante per ricostruire nel progresso co teem civiltà decaduta e ricongiungerla con le età passate o meglio per innalzare il nuovo edifizio della civiltà italiana tenne lo stesso immaginoso Viaggio. Per me adunque la selva del i.o Canto rappresenta il secolo incoati nente guerresco e barbarico, 'e in Dante veggo personificata l' umanità in quello smar rita, e prossima a' perdersi. Anche il Ros.

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