L'elegantissima stanze di Messer Angelo PolizianoGiuseppe Comino, 1765 - 92 pages |
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affai afpetta Amor amorofa ANGELO POLIZIANO Arifteo avea Bacco bafta bella belliffima bofco Cafa canto Ch'io che'l Ciafcun ciel cofe coftei coftui colla Cominiana conofce Crefcimbeni crin Cupido Defcrizione difio diverfi dolce donna dottiffimo effa effer effo Epiftol EURIDICE faffo faggio fangue fcritto fegni fegua feguente felva fembianti fempre fente fenza fera ferba fervo fiera fiori foffe fonno fopra forfe fotto fplendore ftampate ftato fteffo ftella ftrali fugge fuole fuon fuperba Gioftra Giovio GIULIANO DI PIERO Giulio guifa Illuftre impreffe intorno Julio l'erba l'Orfeo Lafcia lieta liziano Lorenzo marg medefimo Merla Mifcellanie mifera moffe moftra Mopfo MOPSO morfo morte Ninfa noftro occhi Ognun ORFEO pafce paffi Paftore Paolo Giovio penfier petto piè PLUTONE Poefia pofe poffo Poliziano Epift prefe preffo quafi quefto queſta quod rofe tefta tofto vefta verfi vifta voftra zampogna Zoppino
Popular passages
Page 20 - Pianto in compagnia de' suo' Dolori; e quinci e quindi vola senza modo Licenzia non ristretta in alcun modo. 77 Con tal milizia e suoi figli accompagna Venere bella madre degli Amori. Zefiro il prato di rugiada bagna, spargendolo di mille vaghi odori: ovunque vola, veste la campagna di rose gigli violette e fiori: l'erba di sue belleze ha maraviglia: bianca, cilestra, pallida e vermiglia.
Page 89 - Io vo' bever ancor mi. Gli è del vino ancor per ti. Lassa bever prima a me. Ognun segua, Bacco, te! Io ho vóto già il mio corno: Dammi un po
Page 5 - Amor, che ogni pensier maschio vi fura: E quale un tratto ingozza la dolce esca, Mai di sua propria libertà non cura; Ma, come se pur Lete Amor vi mesca...
Page 5 - Quanto è più dolce, quanto è più sicuro seguir le fere fuggitive in caccia fra boschi antichi fuor di fossa o muro, e spiar lor covil per lunga traccia! Veder la valle e '1 colle e l'aer puro, l'erbe e' fior, l'acqua viva chiara e ghiaccia!
Page 87 - Qual sarà mai sì miserabil canto Che pareggi el dolor del mio gran danno? O come potrò mai lacrimar tanto, . Che sempre pianga il mio mortale affanno"?
Page 41 - Ch'a suo modo ci guida e sta pur sorda. Adunque il tanto lamentar che giova? A che di pianto pur bagniam le gote? Se pur convien che lei ci...
Page 14 - Poi con occhi più lieti e più ridenti, tal che "1 ciel tutto asserenò d'intorno, mosse sovra l'erbetta e passi lenti con atto d'amorosa grazia adorno. Feciono e...
Page 20 - Trema la mammoletta verginella con occhi bassi, onesta e vergognosa; ma vie più lieta, più ridente e bella, ardisce aprire il seno al sol la rosa: questa di verde gemma s'incappella, quella si mostra allo sportel vezosa, l'altra, che 'n dolce foco ardea pur ora, languida cade e '1 bel pratello infiora.
Page 9 - Oh quanto a mirar lulio è fera cosa! Rompe la via dove più il bosco è folto Per trar di macchia la bestia crucciosa, Con verde ramo intorno al capo avvolto, Con la chioma arruffata e polverosa, E d'onesto sudor bagnato il volto. Ivi consiglio a sua bella vendetta Prese Amor che ben loco e tempo aspetta...
Page 85 - ... nostri passi estremo segno : poi tenete di noi più lungo regno. Così la ninfa mia per voi si serba, quando sua morte gli darà natura. Or la tenera vite e l'uva acerba tagliata avete con la falce dura. Chi è che mieta la sementa in erba, e non aspetti ch'ella sia matura? Dunque rendete a me la mia speranza: io non ve 'l chieggo in don ; questa è prestanza.