Poesie di Ippolito Pindemonte ...

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Presso Niccolò Capurro, 1817 - 206 pages
 

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Page 20 - Melanconia, Ninfa gentile, La vita mia Consegno a te. I tuoi piaceri Chi tiene a vile, Ai piacer veri Nato non è. O...
Page 83 - L'innocente seren de' tuoi bei giorni . Non che il Mondo ritorni A te quanto gli dai tu di dolcezza , Ch'egli stesso ben sa non poter tanto . Valle è questa di pianto , E gran danno qui spesso è gran bellezza , Qui dove perde agevolmente fama Qual più vaga si chiama , Come andrà l...
Page 21 - Non rimarrai No, tutta sola: Me ti vedrai Sempre vicin. Oh come è bello Quel di viola Tuo manto, e quello Sparso tuo crin ! Più dell' attorta Chioma e del manto, Che roseo porta La Dea d'Amor, E del vivace 3*?
Page 13 - Di levare a te lascio il guardo mio : O che in cammin notturno Per fosca ombrata sponda Vegga il tuo viso eburno Splender tra fronda e fronda, O sieda in riva di tranquillo fiume, Che l'onde sue rincrespi entro il tuo lume.
Page 87 - D'Italia, ea me l'antica arte ricorda , « Che si pensa oggi là della mia Musa ? Al casto suon della tua dolce corda, Fuor pochi eletti che fedel conserva Fanno di tue parole , Italia è sorda. Di quel tuo puro amor ride proterva, Stima la bella sua lingua , e sè poco , E il suo caro servir più ognor la snerva. Ma io non diedi a quel pcnsier mai loco, Che, qual descritto I' hai nelle tue rime, Divin non fosse ed innocente il foco.
Page 83 - Maestro io primo ti sarò d' affanno ? E per me impareranno Nuove angoscie i tuoi giorni, ed interrotti Sonni per me le tue tranquille notti? Contento d'involarti un qualche sguardo, E di serbar nell'alma i casti accenti, La sorte a farmi sventurato io sfido. Tu non conoscerai quel foco in che ardo, E mireran tuoi bruni occhi ridenti, Senza vederlo, il servo lor più fido. Che se or ti parlo, e grido La fiamma, di cui pieno il cor trabocca, Farlo nella natia lingua mi lice, Che non è ancor felice...
Page 73 - Sotto il vario color de' suoi costumi. O soggiorno fedel d' orsi e di lupi, Dure vetuste rupi, Del vostro aspro rigore Date, vi prego, a un core, Che diero a me tenero troppo i Numi, Date di quella neve anco, che suole Seder su voi così ostinata e salda, Da farme scorno al Sole, Che l' indora co
Page 38 - Dolce al villan richiamo , il fumo ascende, Dalla capanna , ove solerte madre A preparar la parca cena intende ; Mentre il fanciullo corre incontro , e al padre La faccia innalza , e le ginocchia prende , E arcani amor va balbettando...
Page 73 - Par che gli smorti fior , le torbid' onde Senso di duol secreto abbiano e spirto : Par quasi pianger l' aura entro le fronde Del Lauro consapevole , e del Mirto . È ver , che là vegg...
Page 83 - Io loderò; chè altrove Vidi tai cose, e ciò, di che altra s'orna, Non è quello che in te vagheggio e colo. Te stessa amo in te solo, Te dentro e fuor sol di te stessa adorna. La sola voce tua...

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