La divina commedia, Volume 2

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Page 3 - Vidi presso di me un veglio solo, Degno di tanta reverenza in vista, Che più non dee a padre alcun figliuolo. Lunga la barba e di pel bianco mista Portava, a' suoi capegli simigliante, De' quai cadeva al petto doppia lista.
Page 115 - Se così fosse, in voi fora distrutto Libero arbitrio, e non fora giustizia, Per ben, letizia, e per male, aver lutto. Lo cielo i vostri movimenti inizia, Non dico tutti: ma, posto ch...
Page 205 - L' età dell' oro e suo stato felice, Forse in Parnaso esto loco sognaro. Qui fu innocente l' umana radice: Qui primavera sempre ed ogni frutto : Nettare è questo di che ciascun dice. Io mi rivolsi addietro allora tutto A' miei poeti, e vidi che con riso Udito avevan l' ultimo costrutto * ; Poi alla bella donna tornai 'l viso.
Page 190 - Così fer molti antichi di Guittone, di grido in grido pur lui dando pregio fin che l'ha vinto il ver con più persone.
Page 200 - Non però dal lor esser dritto sparte Tanto, che gli augelletti per le cime Lasciasser d...
Page 157 - Facesti come quei che va di notte, Che porta il lume dietro, e sé non giova, Ma dopo sé fa le persone dotte, Quando dicesti: « Secol si rinnuova; «Torna giustizia, e primo tempo umano, » E progenie discende dal ciel nuova.
Page 220 - Sì tosto come in su la soglia fui di mia seconda etade, e mutai vita, questi si tolse a me, e diessi altrui. Quando di carne a spirto era salita, e bellezza e virtù cresciuta m
Page 198 - Vedi 1' erbetta, i fiori e gli arbuscelli, Che qui la terra sol da sé produce. Mentre che vegnan lieti gli occhi belli, Che lagrimando a te venir mi fenno, Seder ti puoi e puoi andar tra elli. Non aspettar mio dir più, né mio cenno. Libero, dritto e sano è tuo arbitrio, E fallo fora non fare a suo senno ; Perch' io te sopra te corono e mitrio.
Page 234 - Però in pro del mondo che mal vive , Al carro tieni or gli occhi, e quel che vedi, Ritornato di là, fa che tu scrive. Così Beatrice : ed io che tutto a' piedi De' suoi comandamenti era devoto, La mente e gli occhi ov
Page 223 - Ond' ell' a me: Per entro i miei disiri, Che ti menavano ad amar lo bene Di là dal qual non è a che s' aspiri, Quai fosse attraversate, o quai catene Trovasti, perchè del passare innanzi Dovessiti così spogliar la spene?

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