L'Eneide di Virgilio del commendatore Annibal Caro libri dodici |
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alcun allor alto anco anzi armati avanti avea bofchi buon cafa campi canto capo caro cavalli cercando ch'a ch'io chiama Ciel Città cofe collo colpo compagni corfo corpo Creta cura d'ogni d'oro dicendo diffe dolce doni duro Ecco Enea eran facro fangue farà Fato fece felve fempre fenza ferro fiero figlio fiume foco foffe fopra forte fortuna forza fotto fteffo fuggendo gente giorno Giove giunto gran Greci grida guerra guifa incontro indi infieme intanto intorno l'altro l'armi l'onde l'un lafcia Latini Legni lieto lito lunge madre manda mano Mare mezzo moftro monti morte mura nemici noftro nome nuovo occhi onore padre Patria petto pieno pofcia porte prefe pregio pria quefto quei Quinci regno riva tema terra Teucri tofto Troja Trojani Turno vedi Venere venti verfi vide vivo volo volte
Popular passages
Page 502 - Newton , non v'efler cofa alcuna contro la Santa Fede Cattolica, e parimente per Atteftato del Segretario Noftro , niente contro Principi, e buoni coftumi , concediamo Licenza a Cio: Battijìa Recurti Stampatore di Vene-zia , che pofla eflere ftampato, offervando gli ordini in materia di Stampe, e prefentando le folite Copie alle Pubbliche Librerie di Venezia , e di Padova . Dat.
Page 187 - Mostrin con l'astrolabio, e col quadrante Meglio del ciel le stelle, ei moti loro, Che ciò meglio sapran forse di voi. Ma voi Romani miei reggete il mondo Con l'Imperio, e con l'armi; e l'arti...
Page 264 - Squillar s'ode da lunge un suun di trombe, Un dare a l'arme , ed un gridar di genti Tal, che ne tuona e ne rimugghia il cielo. E...
Page 183 - Quinci l'uman legnaggio, i bruti, i pesci, e ciò che vola, e ciò che serpe, han vita, e dal foco e dal ciel vigore e seme traggon, se non se quanto il pondo e '1 gelo dei gravi corpi, e le caduche membra le fan terrene e tarde.
Page 168 - Caron demonio spaventoso e sozzo, (2) a cui lunga dal mento, incolta ed irta pende canuta barba. Ha gli occhi accesi come di bragia. Ha con un groppo al collo appeso un lordo ammanto, e con un palo, che gli fa remo, e con la vela regge i' affumicato legno, onde tragitta su l' altra riva ognor la gente morta.
Page 61 - De' nemici e de l'armi a morte esposti Senza riservo, e via dritti fendiamo La città tutta, a la buia ombra occulti , Che l'altezza facea de gli edifici. Or chi può dir la strage e la ruina Di quella notte ? E qual...
Page 255 - Che d' un tal vostro merlo avrà mai sempre Dolce ricordo. Anzi io , (soggiunse Julo ) Che senza il padre mio la mia salute Veggio in periglio, per gli Dei Penati, Per la casa...
Page 21 - Tal fra lor fan noeper quei chiostri un fremito Che ne trema la terra e n'urla il monte. Ed ei lor sopra, realmente adorno Di corona e di scettro , in alto assiso L'ira e gl'impeti lor mitiga e molce.
Page 115 - Pietà del dolor mio, de la ruina Che di ciò m'avverrebbe; e (se più luogo Han le preci con te) che tu del tutto Lasci questo pensiero. Io per te sono In odio a Libia tutta, a' suoi tiranni, A
Page 96 - Scoprimmo, e non ben chiari , i monti in prima , Poscia i liti d'Italia. Italia Acate Gridò primieramente : Italia , Italia Da ciascun legno ritornando allegri Tutti la salutammo. Allora Anchise...