La divina commedia, Volume 1M. Guigoni, 1863 |
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alcun Alichino allora altrui anime antichi appresso avea Barbariccia bolgia Branca d'Oria cagione Calcabrina cammino canto IX Centauro Cerbero cerchio ch'è ch'io Chè chiama ciascun cielo città colla colui convien corpo costui cotal credo d'ogni dannati Dante demonii dice dinanzi discese dolore Duca duol erano faccia fece fiamma fiera figlio figliuolo fiorentino Flegetonte Flegias frate frode fuoco furono gente Gerione ghiaccio Ghibellini gigante gran Greci gridò Guelfi Inferno Jacopo Rusticucci l'altro l'anima l'un latino Lucifero lungo luogo Maestro maestro Adamo Malacoda mente mezzo Michel Zanche mondo monte morte occhi parea parlare parole passo paura peccatori piange pianto piè piedi poco Poeta ponte porta Poscia quei Quivi ripa rispose sangue sanza scoglio selva serpi settimo cerchio sovra spiriti Tebe terra tormento tosto trista Troia uomo vale Vanni Fucci veder Vedi canto venire verso vidi Virgilio viso volse
Popular passages
Page 18 - PER me si va nella città dolente, Per me si va nell' eterno dolore, Per me si va tra la perduta gente. Giustizia mosse il mio alto fattore : Fecemi la divina potestate, La somma sapienza e il primo amore.
Page 49 - Ed egli a me : Dopo lunga tenzone Verranno al sangue, e la parte selvaggia' Caccerà l'altra con molta offensione. Poi appresso convien che questa caggia Infra tre soli, e che l'altra sormonti Con la forza di tal, che testé piaggia...
Page 4 - I' non so ben ridir com'io v'entrai: Tant'era pien di sonno in su quel punto, Che la verace via abbandonai. Ma poi ch'io fui appiè d'un colle giunto, Là ove terminava quella valle Che m'avea di paura il cor compunto. Guardai in alto e vidi le sue spalle Vestite già de' raggi del pianeta Che mena dritto altrui per ogni calle.
Page 43 - Poi mi rivolsi a loro, e parla' io, e cominciai: " Francesca, i tuoi martiri a lagrimar mi fanno tristo e pio. Ma dimmi: al tempo de' dolci sospiri, a che e come concedette Amore, che conosceste i dubbiosi disiri?
Page 289 - Come un poco di raggio si fu messo Nel doloroso carcere, ed io scorsi Per quattro visi il mio aspetto stesso, Ambo le mani per dolor mi morsi ; E quei, pensando eh...
Page 19 - Con lieto volto, ond' io mi confortai, Mi mise dentro alle segrete cose. Quivi sospiri, pianti ed alti guai Risonavan per l'aer senza stelle, Perch' io al cominciar ne lagrimai. Diverse lingue, orribili favelle, Parole di dolore, accenti d'ira, Voci alte e fioche, e suon di man con elle, Facevano un tumulto, il qual s' aggira Sempre in quell' aria senza tempo tinta, Come la rena quando a turbo spira.
Page 44 - Ed ella a me: Nessun maggior dolore, Che ricordarsi del tempo felice Nella miseria; e ciò sa il tuo dottore.
Page 3 - Ahi quanto a dir qual' era, è cosa dura , Questa selva selvaggia ed aspra e forte , Che nel pensier rinnova la paura ! . Tanto è amara, che poco è più morte; Ma per trattar del ben, ch' i' vi trovai, Dirò dell' altre cose ch' io v' ho scorte. l' non so ben ridir com' io v' entrai ; Tant' era pien di sonno in su quel punto, Che la verace via abbandonai.
Page 95 - Nota non pure in una sola parte, Come Natura lo suo corso prende Dal divino Intelletto e da sua arte : E se tu ben la tua Fisica note, Tu troverai non dopo molte carte, Che 1' arte vostra quella, quanto puote, Segue, come il maestro fa il discente, SI che vostr
Page 200 - Bolle l' inverno la tenace pece, A rimpalmar li legni lor non sani Che navicar non ponno ; e 'n quella vece Chi fa suo legno nuovo, e chi ristoppa Le coste a quel che più viaggi fece ; Chi ribatte da proda e chi da poppa ; Altri fa remi ed altri volge sarte, Chi terzeruolo ed artimon rintoppa: Tal non per fuoco ma per divina arte, Bollia laggiuso una pegola spessa, Che 'nviscava la ripa d' ogni parte. 1' vedea lei , ma non vedeva in essa Ma che le bolle che 1 bollor levava , E gonfiar tutta e riseder...