Manuale della letteratura del primo secolo della lingua Italiana, Volume 2

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Page 200 - Ahi quanto a dir qual' era, è cosa dura , Questa selva selvaggia ed aspra e forte , Che nel pensier rinnova la paura ! . Tanto è amara, che poco è più morte; Ma per trattar del ben, ch' i' vi trovai, Dirò dell' altre cose ch' io v' ho scorte. l' non so ben ridir com' io v' entrai ; Tant' era pien di sonno in su quel punto, Che la verace via abbandonai.
Page 158 - O gloriose stelle , o lume pregno Di gran virtù , dal quale io riconosco Tutto, qual che si sia, il mio ingegno; Con voi nasceva , e s...
Page 42 - Tu saresti contesa, Tanto da lei ripresa, Che mi sarebbe angoscia, Dopo la morte poscia Pianto e novel dolore. Tu senti, ballatetta, che la morte Mi stringe sì che vita m'abbandona, E senti come '1 cor si sbatte forte Per quel che ciascun spirito ragiona. Tanto è distrutta già la mia persona Ch'i...
Page 26 - Betto non era mai potuto venir fatto d'averlo, e credeva egli co' suoi compagni che ciò avvenisse per ciò che Guido alcuna volta speculando, molto astratto dagli uomini diveniva. E per ciò che egli alquanto tenea della opinione degli Epicùri, si diceva tra la gente volgare che queste sue speculazioni eran solo in cercare se trovar si potesse che Iddio non fosse.
Page 28 - Un' ombra lungo questa infino al mento : Credo che s' era inginocchion levata. D' intorno mi guardò, come talento Avesse di veder s' altri era meco : Ma poi che 'l suspicar fu tutto spento, Piangendo disse : se per questo cieco Carcere vai per altezza d...
Page 27 - Uno giovane gentile, figliuolo di messer Cavalcante Cavalcanti, nobile cavaliere, chiamato Guido, cortese e ardito, ma sdegnoso e solitario e intento allo studio, nimico di messer Corso, avea più volte deliberato offenderlo. Messer Corso forte lo temea, perché lo...
Page 48 - E gli occhi non ardiscon di guardare. Ella sen va, sentendosi laudare, Benignamente d'umiltà vestuta;* E par che sia una cosa venuta Di cielo in terra a miracol mostrare. Mostrasi si piacente a chi la mira, Che dà per gli occhi una dolcezza al core, Che intender non la può chi non la prova. E par che della sua labbia* si muova Uno spirto soave e pien d' amore, Che va dicendo al1
Page 124 - Vergine chiara e stabile in eterno, di questo tempestoso mare stella, d'ogni fedel nocchier fidata guida, pon mente in che terribile procella i' mi ritrovo sol, senza governo, ed o già da vicin l'ultime strida.
Page 27 - Corso, credendosi esser seguito da' Cerchi, per farli trascorrere nella briga: e trascorrendo il cavallo, lanciò il dardo, il quale andò in vano. Era quivi, con messer Corso, Simone suo figliuolo, forte e ardito giovane, e Cecchino de...
Page 42 - Va tu, leggera e piana, Dritt' a la donna mia Che per sua cortesia Ti farà molto onore. Tu porterai novelle di sospiri, Piene di doglia e di molta paura ; Ma guarda che persona non ti miri Che sia nemica di gentil natura.

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