Un mercante del secolo XVI, storico difensore della Commedia di Dante e poeta Filippo Sassetti: nuovo studio

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Tip. P. Gallina, 1906 - 262 pages
 

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Page 9 - Tal, ch' è più grave a chi più s' abbandona : Per che di provedenza è buon, ch' io m' armi, Sì che se luogo m' è tolto più caro, Io non perdessi gli altri per miei carmi. Giù per lo mondo senza fine amaro; E per lo monte, del cui bel cacume Gli occhi della mia donna mi levaro, E poscia per lo Ciel di lume in lume, Ho io appreso quel, che s...
Page 127 - Comedia giustamente rassomigliare ad un bello e spazioso campo di grano, che sia tutto d'avene e di logli e d'erbe sterili e dannose mescolato, o ad alcuna non potata vite al suo tempo, la quale si vede essere poscia la state sì di foglie e di pampini e di viticci ripiena, che se ne offendono le belle uve.
Page 9 - Ho io appreso quel che, s' io ridico, A molti fia savor di forte agrume; E s' io al vero son timido amico , Temo di perder vita tra coloro Che questo tempo chiameranno antico. La luce in che rideva il mio tesoro Ch' io trovai lì , si fe' prima corrusca, Quale a raggio di sole specchio d' oro ; Indi rispose : coscienza fusca O della propria o dell...
Page 149 - ... magnifica pigliandola, lasciarsi cadere molto spesso a scrivere le bassissime e le vilissime cose; e quanto ancora sarebbe egli miglior poeta che non è, se altro che poeta parere agli uomini voluto non avesse nelle sue rime.
Page 65 - Slmilmente interviene della fortuna , la quale dimostra la sua potenza dove non è ordinata virtù a resisterle , e quivi volta i suoi impeti dove la sa che non sono fatti gli argini ei ripari a tenerla.
Page 106 - Fabbrizio volle che gli fosse condotto dinanzi, e fattolo disarmare in sulla piazza, e dicendoli tuttavia villane e ingiuriose parole, alle quali il Ferruccio rispose sempre animosamente, gli ficcò, chi dice la spada, chi dice il pugnale e chi una zagaglia, chi dice nel petto e chi nella gola, e comandò a...
Page 65 - Non mi é incognito come molti hanno avuto ed hanno opinione, che le cose del mondo sieno in modo governate dalla fortuna e da Dio , che gli uomini con la prudenza loro non possino correggerle , anzi non vi abbino rimedio alcuno ; e per questo potrebbono giudicare che non fusse da insudare molto nelle cose, ma lasciarsi governare dalla sorte.
Page 47 - Tamerlano, che si chiama il Gran Mogor; perocchè tenendo quel re corte grandissima e numero di gente senza numero, sempre in campagna sotto i suoi capitani consumava tante mercanzie o più quante ne consumava la città di Bisnagar; e non era il tratto minore avendo fra l'uno e l'altro questa differenza, che questo di Cambaia si faceva per mare...
Page 46 - ... terra, è ridotta a poco, e tira sempre a meno. Causa della partita di queste genti è stata la pretensione della conversion loro; però che essendo stato loro proibito leggere le loro scienze, far loro...
Page 156 - Un messer Giacomo Mazzone da Cesena,* persona molto più dotta di quello che egli nel primo aspetto si dimostra, ha mandato fuori una sua apologia : e certo che le cose dette da lui hanno tanto del probabile, che poco meglio penso potersi dire da questi sagrestani dell

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