Ricordi politici e civili

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Unione Tipografico-Editrice Torinese, 1926 - 121 pages
 

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Popular passages

Page 120 - E se ben ti ricordi e vedi lume, vedrai te somigliante a quella inferma che non può trovar posa in su le piume, ma con dar volta suo dolore scherma.
Page 20 - Se gli uomini fussino buoni e prudenti, chi è preposto a altri legittimamente arebbe a usare più la dolcezza che la severità; ma essendo la più parte o poco buoni o poco prudenti, bisogna fondarsi più in sulla severità : e chi la intende altrimenti, si inganna.
Page 75 - Tre cose desidero vedere innanzi alla mia morte ; ma dubito, ancora che io vivessi molto, non ne vedere alcuna : uno vivere di republica bene ordinato nella città nostra, Italia liberata da tutti e Barbari, e liberato il mondo dalla tirannide di questi scelerati preti.
Page 60 - Non si può in effetto procedere sempre con una regola indistinta e ferma. Se è molte volte inutile lo allargarsi nel parlare etiam cogli amici — dico di cose che meritino essere tenute segrete — da altro canto el fare che gli amici si accorghino che tu stai riservato con loro, è la via a fare che anche loro faccino el medesimo teco: perché nessuna cosa fa altrui confidarsi di te che el...
Page 16 - La ambizione non è dannabile, nè da vituperare quello ambizioso che ha appetito d'avere gloria co' mezzi onesti e onorevoli ; anzi sono questi tali che operano cose grandi ed eccelse. E chi manca di questo desiderio, è spirito freddo e inclinato più allo ozio che alle faccende. Quella è ambizione perniziosa e detestabile che ha per unico fine la grandezza, come hanno communemente e principi; e quali quando se la propongono per idolo, per conseguire ciò che...
Page 73 - Quelli cittadini che appetiscono onore e gloria nella città sono laudabili e utili, pure che non la cerchino per via di sette e di usurpazione, ma con lo ingegnarsi di essere tenuti buoni e prudenti e fare buone opere per la patria, e dio volessi che la republica nostra fussi piena di questa ambizione. Ma perniziosi sono quelli che appetiscono per fine suo...
Page 8 - È grande errore parlare delle cose del mondo indistintamente e assolutamente e, per dire così, per regola; perché quasi tutte hanno distinzione e eccezione per la varietà delle circunstanze, le quali non si possono fermare con una medesima misura: e queste distinzione e eccezione non si truovano scritte in su' libri, ma bisogna le insegni la discrezione.
Page 24 - Sono varie le nature degli uomini: certi sperano tanto che mettono per certo quello che non hanno, altri temono tanto che mai sperano se non hanno 'in mano. Io mi accosto più a questi secondi che a' primi: e chi è di questa natura si inganna manco, ma vive con più tormento.
Page 14 - Io non so a chi dispiaccia più che a me la ambizione, la avarizia e la mollizie de' preti: sì perché ognuno di questi vizi in sé è odioso, sì perché ciascuno e tutti insieme si convengono poco a chi fa professione di vita dependente da Dio, e ancora perché sono vizi sì contrari che non possono stare insieme se non in uno subietto molto strano.
Page 10 - Io ho desiderato, come fanno tutti gli uomini, onore e utile: e n'ho conseguito molte volte sopra quello che ho desiderato o sperato; e nondimeno non v'ho poi mai trovato drento quella satisfazione che io mi ero immaginato; ragione, chi bene la considerassi, potentissima a tagliare assai delle vane cupidità degli uomini l.

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