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ANTONSHELIOTHEK LUZERN

A LUIGI CRISOSTOMO CAV. FERRUCCI

BIBLIOTECARIO DELLA LAURENZIANA IN FIRENZE

GIOVANNI EROLI

SALUTE

Conservo da gran pezza un preziosissimo vostro dono, fattomi in Roma, e ch'è la copia del ritratto in marmo di Dante da voi fortunatamente ritrovato in Ravenna. Cotesto vostro dono, e la somma e rara gentilezza vostra in verso di me stettermi sempre in animo, ed aspettava opportunità di rendervene in qualche modo il concambio. E questa cademi bella e acconcia ora che pubblico la traduzion poetica del libro della Sapienza, e alcuni nuovi studi sopra la divina Commedia che intendo dedicarvi, per rimeritarvi del dono con cosa somigliante, è cosi offrirvi Dante per Dante.

Voi, conoscitore profondo del sacro poema, potrete rettamente giudicare, se m' abbia fra le tenebre trovata

la vera luce da rischiarar per semprede

intelletti di coloro che mettonsi meditando in que' canti sublimi e maravigliosi. Esaminate adunque, e decidete. Se il vostro voto (sicuramente libero e sincero) sarà in favor mio, allora, rallegrandomi, torrò maggior animo a proseguire cotali studi; se contrario, dirò di aver sognato e perduto tempo, né m' impaccerò mai più con l'Allighieri.

In ogni modo, se non apprezzerete l'opera per sè stessa, apprezzerete l'offerta della medesima che donavi testimonio dell'amor mio costante e leale.

State sano.

Narni 4 Settembre 1859.

PROEMIO

Quanti sono nel mondo i veri sapienti? oh! ben pochi, ancorchè

molti sien gridati per tali; e noi che teniam stretto l'oro, e difficilmente il doniamo altrui, di questo titolo, più prezioso dell' oro, siamo oltremodo larghi e generosi; anzi ne facciamo vergognoso spreco, perchè a darlo non ci rimettiam nulla del nostro, e invece ne ricaviam talvolta non piccolo guadagno. Così un oratore impudente e sfacciato che, salito in bigoncia, sappia con ornate parole commuovere e trar la turba al suo intento, quantunque scellerato, è detto sapiente. Un giudice o avvocato che conosca a mena dito il digesto e Bartolo e Baldo, e col citare a dritto o a rovescio le loro saggie massime, mandi in accatto il cliente, e sè stesso arricchisca e metta in alto, è detto sapiente. Il diplomatico, che mercanteggia con un sicario la vita degli uomini, e si serve d'inganni frodi raggiri e d'ogn'arte iniqua per assestare, o migliorare, con danno degli estranei, la condizione del suo paese, è detto sapiente. Chi guida clamorosamente e con vittoria un esercito a far rapine ingiuste e miserabile strage de' popoli, mettendo in lutto e disperazione

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