Interpretazione della allegoria della Divina commedia di Dante AlighieriTip. Mareggiani, 1871 - 438 pages |
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accenna Alchimisti alcun Alighieri allegoria allora altra altrove Angioini antichi anzi appunto Arrigo VII assai Autore Beatrice Canto Carlo Carlo di Valois celeste chè Chiesa chiosa cielo città città italiche colla contrario Convito Tratt d'Italia Dante Decretali detto dice Dino Compagni dire discordia Divina Commedia donna dottrina erano esso Federico figura Fiorentini Fiorenza Ghibellini Gianni Schicchi giustizia Guelfi Guelfi Neri imperiale imperium Impero indicare inferno intende inteso invece l'Alighieri l'Autore l'Impero Latona lettera locchè lode Lodovico il Bavaro lumi luogo Matilde meglio mente mezzo Monarchia morte mostra nemici ordine pace Papa Paradiso parla parole Poema Poeta polisensa politica pone Pontefice popolo posciachè posto poteva principio pure Purgatorio quaggiù quod ragione rappresenta reggimento Regno Italico riguardi Romani Sacerdozio seguito senso allegorico senso letterale sicchè significare Signore soggetto soggiunge soprastare spirituale stelle suddetto temporale tocca uomo vedere Veltro venuta vero verso Virgilio virtù voluto vuolsi zione
Popular passages
Page 155 - Non fu la sposa di Cristo allevata Del sangue mio, di Lin, di quel di Cleto, Per essere ad acquisto d...
Page 380 - O gloriose stelle , o lume pregno Di gran virtù , dal quale io riconosco Tutto , qual che si sia , il mio ingegno Con voi nasceva , e s...
Page 104 - Surge ai mortali per diverse foci la lucerna del mondo; ma da quella che quattro cerchi giugne con tre croci, con miglior corso e con migliore stella esce congiunta, e la mondana cera più a suo modo tempera e suggella.
Page 303 - E lo nome di questa donna era Giovanna, salvo che per la sua beltade, secondo ch'altri crede, imposto l'era nome Primavera, e così era chiamata. E appresso lei guardando vidi venire la mirabile Beatrice. Queste donne andaro presso di me...
Page 9 - JURA MONARCHIAE SUPEROS PHLEGETONTA LACUSQUE LUSTRANDO CECINI VOLUERUNT FATA QUOUSQUE; SED QUIA PARS CESSIT MELIORIBUS HOSPITA CASTRIS ACTOREMQUE SUUM PETIIT FELICIOR ASTRIS, HIC CLAUDOR DANTES PATRIIS EXTORRIS AB ORIS QUEM GENUIT PARVI FLORENTIA MATER AMORIS.
Page 284 - L'acqua che vedi, non surge di vena che ristori vapor che gel converta, come fiume ch'acquista e perde lena: ma esce di fontana salda e certa, che tanto dal voler di Dio riprende, quant'ella versa da due parti aperta.
Page 120 - Temp' era dal principio del mattino, E il sol montava in su con quelle stelle, Ch' eran con lui quando l' Amor divino Mosse da prima quelle cose belle ; . Sì ch
Page 99 - Se vuoi campar d' esto loco selvaggio: Chè questa bestia, per la qual tu gride, Non lascia altrui passar per la sua via, Ma tanto lo impedisce, che l' uccide : Ed ha natura si malvagia e ria, Che mai non empie la bramosa voglia, E dopo il pasto ha più fame che pria. Molti son gli animali, a cui s' ammoglia, E più saranno ancora, infin che il veltro Verrà, che la farà morir con doglia.
Page 337 - Io dico di Traiano imperadore: Ed una vedovella gli era al freno, Di lagrime atteggiata e di dolore. D'intorno a lui parea calcato e pieno Di cavalieri, e l'aquile dell'oro Sovr' esso in vista al vento si movieno.
Page 86 - David. E tutto questo fu in uno temporale che David nacque e nacque Roma ; cioè che Enea venne di Troia in Italia, che fu origine della nobilissima città romana, siccome testimoniano le scritt.ure.