Storia della poesia in Italia, lezioni, Volume 3

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Giovanni Silvestri, 1857
 

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Page 100 - Insino a qui l' un giogo di Parnaso Assai mi fu, ma or con ambedue M' è uopo entrar nell' aringo rimaso. Entra nel petto mio, e spira tue Si come quando Marsia traesti Della vagina delle membra sue. O divina virtù, se mi ti presti Tanto che l...
Page 184 - Tu se' solo colui, da cui io tolsi Lo bello stile, che m
Page 192 - Stelle gli occhi, arco il ciglio , e cielo il viso, Tuoni, e fulmini i detti, e lampi i guardi, Bocca mista d'Inferno, e Paradiso. Dir, che i sospiri son bombe e petardi , Pioggia d'oro i capei, fucina il petto , Dove il magnano Amor tempera i dardi. Ed ho visto, e sentito in un sonetto Dir d'una donna, cui puzzava il fiato i Arca d'arabi odor, muschio e zibetto.
Page 100 - Tanto che 1' ombra del beato regno Segnata nel mio capo io manifesti, Venir vedràmi al tuo diletto legno, E coronarmi allor di quelle foglie, Che la materia e tu mi farai degno. Sì rade volte, padre, se ne coglie, Per trionfare o Cesare o Poeta, (Colpa e vergogna dell...
Page 65 - Niuno vorrà in Italia per lo innanzi tradurre la Iliade, poiché Omero non si potrà spogliare dell'abbigliamento onde il Monti lo rivestì; ea me pare che anche negli altri paesi europei chiunque non può sollevarsi alla lettura d'Omero originale, debba nella traduzione italiana prenderne il meglio possibile di conoscenza e di piacere.
Page 201 - E l'arator fanno fecondo il campo Di domestiche biade ; e chi noi fende In larghe zolle, poi noi trita e spiana . Vedrà nel seno suo grande abbondanza ' Sol di lappole e ortiche, inutil erba. Voi. III. 40 Ecco, in principio alcun sente nell'alma Foco di poesia : Sono poeta , Esclama tosto ; mano a' versi ; penna , Penna ed inchiostro.
Page 70 - Dovrebbero a mio avviso gl'italiani tradurre diligentemente assai delle recenti poesie inglesi e tedesche; onde mostrare qualche novità a' loro cittadini, i quali per lo più stanno contenti all'antica mitologia, né pensano che quelle favole sono da un pezzo anticate, anzi il resto d'Europa le ha già abbandonate e dimentiche. Perciò...
Page 83 - l di, ch' al tuo diporto intendi, Sempre truovi il cammin piano e sicuro; Dchl l'onorato tuo figliuol Tirreno Prega in nome di noi, che più non tenga Gli occhi nel sonno, e che si svegli omai, E del chiaro Arno suo pietà gli venga, Ch' or vecchio e servo e di miserie pieno Nuli' altra aita ha più, che tragger guai.
Page 71 - Italia, se amano di non giacere oziosi, rivolgano spesso l'attenzione al di là dall'Alpi, non dico per vestire le fogge straniere, ma per conoscerle; non per diventare imitatori, ma per uscire di quelle usanze viete, le quali durano nella letteratura come nelle compagnie i complimenti, a pregiudizio della naturale schiettezza. Che se le lettere si arricchiscono colle traduzioni de' poemi, traducendo i drammi si conseguirebbe una molto maggiore utilità; poiché il teatro è come il magistrato della...
Page 100 - O voi che siete in piccioletta barca, desiderosi d'ascoltar, seguiti dietro al mio legno che cantando varca, tornate a riveder li vostri liti: non vi mettete in pelago, ché, forse, perdendo me, rimarreste smarriti.

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