L'Eneide: di Virgilio del commendatore Annibal Caro, Volume 1Presso la Vedova Quillau, 1760 |
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Acate Afcanio allor altari Anchiſe anco appreffo avanti avea cafo Calcante Cartago ch'a ch'in ch'io Chè che'l ciel Cloanto cofe corfo corſo cotal d'intorno d'ogni dardania Dido diè diffe dolopi e'l mare Ecate ecco Enea ENEIDE Entello facro faffi fangue fato fece feggio fegno fegue felve fembiante fempre fera Fermoffi figlio figlj fignor foco foffe fonno fopra forfe fteffo ftelle fuggi fuon gente Giove Giuno Giunon gran greci gridando guifa guiſa Indi infieme intanto intorno Julo l'altro l'armi l'aura l'onde legni lieto lito lunge menfe Micene mifero moffe moftro navi Nettuno noftro noſtri notte nume occhj omai padre paeſe paffo Palinuro pofcia pofe Poſcia pria Priamo quafi quefto queſto Quinci Regina regno rintonar riſpoſe ruina ſchiere ſempre ſenza ſopra ſtelle ſteſſo ſua ſuo ſuoi terra teucri tofto toſto traffe Troja trojani vele venti vide viſta voſtro
Popular passages
Page 274 - È guardiano e passeggiero a questa riva imposto Caron demonio spaventoso e sozzo, a cui lunga dal mento, incolta ed irta pende canuta barba. Ha gli occhi accesi come di bragia. Ha con un groppo al collo appeso un lordo ammanto, e con un palo, che gli fa remo, e con la vela regge l'affumicato legno, onde tragitta su l'altra riva ognor la gente morta. Vecchio è d'aspetto e d'anni; ma di forze, come dio, vigoroso e verde è sempre. A questa riva d...
Page 272 - Nel primo entrar del doloroso regno, stanno il Pianto, l'Angoscia e le voraci Cure ei pallidi Morbi e '1 duro Affanno con la debil Vecchiezza. Evvi la Tema, evvi la Fame : una eh' è freno al bene ; l'altra stimolo al male ; orrendi tutti e spaventosi aspetti.
Page 5 - Tal fra lor fan noeper quei chiostri un fremito Che ne trema la terra e n'urla il monte. Ed ei lor sopra, realmente adorno Di corona e di scettro , in alto assiso L'ira e gl'impeti lor mitiga e molce.
Page 289 - Ch'or or da voi mi tolgo e mi ritiro Ne le tenebre mie. Tu nostro onore Vatten felice , già che scorto sei Da miglior Fato; e meglio te n'avvegua . Tanto sol disse, e sparve.
Page 93 - Le ceneri de' miei . Ciò vaneggiando Infuriavo; quand' ecco una luce M'aprìo la notte, e mi scoverse avanti L'alma mia genitrice , in un sembiante , Nou come l'altre volte in altre forme Mentito o dubbio , ma verace e chiaro , E di madre , e di Dea , qual credo , e quanta Su tra gli altri Celesti in Ciel si mostra.
Page 301 - Quinci l'uman legnaggio, i bruti, i pesci, e ciò che vola, e ciò che serpe, han vita, e dal foco e dal ciel vigore e seme traggon, se non se quanto il pondo e '1 gelo dei gravi corpi, e le caduche membra le fan terrene e tarde.
Page 198 - 1 tristo augurio De la mia morte almen seco ne porte. Avea ciò detto , quando le ministre La vider sopra al ferro il petto infissa, Col ferro e con le man di sangue intrise Spumante e caldo. In pianti , in ululati Di donne in un momento si converse La reggia tutta , e insino al ciel n' andaro Voci alte e fioche , e suon di man con elle. N' andò per la città grido e tumulto , Come se presa da' nemici a forza Fosse Tiro, o Cartago arsa e distrutta.
Page 262 - ... soffrendo, veglio, debile e stanco ha me seguito ; ed egli stesso m'ha nel sonno imposto che a te ne venga, e per tuo mezzo a lui mi riconduca. Abbi pietà, ti priego, e del padre e del figlio; ed ambi insieme, come puoi (che puoi tutto), or ne congiungi : eh' Ecate non indarno a queste selve t'ha d'Averno preposta.
Page 294 - Va tra l'ombre gridando ad alta voce : Imparate da me, voi che mirate La pena mia ; non violate il giusto, Riverite gli Dei . Tra questi tali • E...
Page 96 - Facean contrasto a' venti e scorno al sole; Quando con molte accette al suo gran tronco Stanno i robusti agricoltori intorno * Per atterrarlo , e gli dan colpi a gara, Da cui vinto , e dal peso, a poco a poco Crollando e balenando, il capo inchina, E stride e geme e dal suo giogo al fine O con parte del giogo si diveglie , O si scoscende; e ciò che intoppa urtando, Di suono e di ruina empie le valli. Allor discesi. ; e la materna scorta Seguendo, da...