Osservazioni sopra la fisica del poema di Dante

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S. Lapi, 1894 - 64 pages
 

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Popular passages

Page 28 - E come a gracidar si sta la rana Col muso fuor dell'acqua, quando sogna Di spigolar sovente la villana : 34 Livide insin là dove appar vergogna Eran l'ombre dolenti nella ghiaccia, Mettendo i denti in nota di cicogna.
Page 95 - E come quei che con lena affannata Uscito fuor del pelago alla riva, Si volge all'acqua perigliosa e guata; Così l'animo mio che ancor fuggiva, Si volse indietro a rimirar lo passo, Che non lasciò giammai persona viva.
Page 30 - Come le pecorelle escon del chiuso a una, a due, a tre, e l'altre stanno timidette atterrando l'occhio e '1 muso; e ciò che fa la prima, e l'altre fanno, addossandosi a lei, s'ella s'arresta, semplici e quete, e lo 'mperché non sanno; 84 sì vid' io muovere a venir la testa di quella mandra fortunata allotta, pudica in faccia e ne l'andare onesta.
Page 33 - Come quando dall' acqua o dallo specchio Salta lo raggio all'opposita parte, Salendo su per lo modo parecchio A quel che scende, e tanto si diparte Dal cader della pietra in...
Page 68 - D'intorno mi guardò, come talento Avesse di veder s'altri era meco: Ma, poi che il sospicar fu tutto spento, Piangendo disse: Se per questo cieco Carcere vai, per altezza d'ingegno, Mio figlio ov'è ? e perché non è teco ? Ed io a lui: Da me stesso non vegno.
Page 65 - Perché ricalcitrate a quella voglia, a cui non puote il fin mai esser mozzo, e che più volte v'ha cresciuta doglia? Che giova nelle fata dar di cozzo? Cerbero vostro, se ben vi ricorda, ne porta ancor pelato il mento e '1 gozzo. 36 Poi si rivolse per la strada lorda, e non fé' motto a noi, ma fé sembiante d'uomo, cui altra cura stringa e morda, che quella di colui che gli è davante.
Page 47 - SI tosto come in su la soglia fui Di mia seconda etade e mutai vita. Questi si tolse a me, e diessi altrui. Quando di carne a spirto era salita, E bellezza e virtù cresciuta m'era, Fu...
Page 21 - Quale i fioretti dal notturno gielo Chinati e chiusi, poi che '1 Sol gì...
Page 34 - Che visser senza infamia e senza lodo. Mischiate sono a quel cattivo coro Degli angeli che non furon ribelli, Né fur fedeli a Dio, ma per sé foro. Cacciarli i ciel per non esser men belli, Né lo profondo inferno gli riceve, Che alcuna gloria i rei avrebber d
Page 41 - Lucilium fluere lutulentum, et, esse aliquid, quod tollere possis, putat. Nam et eruditio in eo mira, et libertas, atque inde acerbitas, et abunde salis. Multo est tersior ac purus magis Horatius, et ad notandos hominum mores praecipuus.

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