Versi e prose, Volume 2F. Le Monnier, 1859 |
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adunque AGATA ALAMANNI albergo allor alma alto altrui amor Apollo aprica Aquilon aratro ardente Arno ascose atque ATTILIO avea Benedetto Varchi brama buon cammin ch'è Ch'io chè chiaro ciel CLEMENZA colli Corydon cultor d'ogni doglia dolce dolcezza ECLOGA erbe Euther fero Fetonte figli figliuol fior FLAMMINIA Flectite Flora fôra forza Francesco frondi frutto fuggir fusse gentil GERI giel giorno Giove gloria gran gregge guarda hæc Indo intorno Ippolito istesso l'alma l'altro l'opre lascia lasso lieto loco lode LUIGI ALAMANNI LUMACA lunge medesmo miglior mihi mille mondo mortal mostra Nettuno omai onor pace padre pastor piagge pianta piè pioggia ponno poscia possa prego puote quæ quercus quinci SCARABONE sdegno seme senta signor SIMONE soave SONETTO sovente soverchio spoglie talor terra terren TONCHIO tosto troppo trovar truova uliva umor vede veggia verno vicin vide villan virtù voglia
Popular passages
Page 166 - Dopo il sest' anno a rivederti almeno, Superba Italia ; poi che starti in seno Dal Barbarico stuol m...
Page 166 - Più de' figli d' altrui, che tu de' tuoi. Ivi al soggiorno solitario aprico Mi starò sempre in quelle valli ombrose, Poi che il ciel lo consente, e tu lo vuoi.
Page 208 - Di gemme e d' ostro, né le case ornate Di legni peregrin, di statue e d' oro, Né le muraglie tue coperte e tinte Di pregiati color, di vesti aurate, Opre chiare e sottil di Perso e d' Indo; Se il letto genital di regie spoglie, E di si bel lavor non aggia il fregio, Da far tutta arrestar la gente ignara; Se non spegni la sete, e toi la fame Con vasi antichi in cui dubbioso sembri Tra bellezza e valor chi vada innante; Se le soglie non hai dentro e di fuore...
Page 209 - E di sì bel lavor non aggia il fregio Da far tutta arrestar la gente ignara; Se non spegni la sete e toi la fame Con vasi antichi, in cui dubbioso sembri Tra bellezza e valor chi vada innante ; Se le soglie non hai dentro e di fuore Di chi parte e chi vien calcate e cinte...
Page 235 - D' altro legno toscano; e primo ardisco Pur col vostro favor dar vele ai venti. Non mi vedrete andar con larghi giri Traviando sovente a mio diporto Per lidi ameni ove più frondi e fiori Si ritrovan talor, che frutti ascosi; Ma per dritto sentier mostrando aperto I tempi e 'l buon oprar del pio cultore. Poiché 'l Delio Pastor coi raggi ardenti Del suo fero Leon scaldando i volli Già s' avvicina ove la donna Astrea Con vergogna e desir l' attende in seno; Guarde il vendemmiator, che l' alma vite...
Page 199 - Quando è più dolce il ciel, chi prende in alto Le somme cime più novelle e verdi Del miglior frutto, e risecando il ramo D...
Page 210 - Ma qual paese e quello ove oggi possa, Glorioso Francesco, in questa guisa II rustico cultor goderse in pace L' alte fatiche sue sicuro e lieto ? Non gia il bel nido ond...
Page 453 - ... tuoi vicini) ad ubbidire a qualunque prepostoti da' tuoi cittadini ; non ti lasciar vanamente sollevar dal tanto estimar te medesimo, che ti faccia non avere in pregio chi ti dee per le leggi comandare, anzi ti ferma nell'animo che la più gran viltà di tutte e men degna d' un generoso spirto, é il non fare interamente quello che t' impongono gli ordini ei magistrati.
Page 136 - Vide Vener armata Palla, e disse: Combattiam ora, e giudichi Parisse. A cui Vener: Tu, stolta, armata spregi Chi già nuda ti vinse e porta pregi?
Page 210 - Mostrar eh' indarno mai non passe il tempo, Lietamente a veder d' intorno il mena La lana, il lin, le sue galline e 1' uova, Che di donnesco oprar son frutti e lode ! E dipoi ritrovar, montando in alto, La mensa inculta, di vivande piena Semplici e vaghe; le cipolle e 1...