Manuale della letteratura italiana ...: Secoli decimosesto (con.) e decimosettimo

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Page 189 - Fuggì tutta la notte, e tutto il giorno errò senza consiglio e senza guida, non udendo o vedendo altro d'intorno, che le lagrime sue, che le sue strida. Ma...
Page 205 - Ella, mentre cadea, la voce afflitta movendo, disse le parole estreme; parole ch'a lei novo un spirto ditta, spirto di fé, di carità, di speme: virtù ch'or Dio le infonde, e se rubella in vita fu, la vuole in morte ancella.
Page 190 - Ne l'età prima, ch'ebbi altro desio, E disdegnai di pasturar la greggia, E fuggii dal paese a me natio : E vissi in Menfi un tempo, e ne la reggia Fra i ministri del re fui posto anch'io; E, ben che fossi guard'ian de gli orti, Vidi e conobbi pur l'inique corti.
Page 528 - Alto fato di Dio sarebbe rotto, Se Lete si passasse, e tal vivanda Fosse gustata senza alcuno scotto Di pentimento che lagrime spanda.
Page 205 - L'un l'altro guarda, e del suo corpo essangue su '1 pomo de la spada appoggia il peso. Già de l'ultima stella il raggio langue al primo albor ch'è in oriente acceso. Vede Tancredi in maggior copia il sangue del suo nemico, e sé non tanto offeso. Ne gode e superbisce.
Page 325 - ... ne cavava soavissimo suono. Ma quando poi gli venne osservato che le vespe, le zanzare ei mosconi, non, come i suoi primi uccelli, col respirare formavano voci interrotte, ma col velocissimo batter dell'ali rendevano un suono perpetuo, quanto crebbe in esso lo stupore, tanto si scemò l'opinione ch'egli aveva circa il sapere come si generi...
Page 204 - Tre volte il cavalier la donna stringe con le robuste braccia, ed altrettante da que' nodi tenaci ella si scinge, nodi di fer nemico e non d'amante. Tornano al ferro, e l'uno e l'altro il tinge con molte piaghe; e stanco ed anelante e questi e quegli al fin pur si ritira, e dopo lungo faticar respira.
Page 169 - La vergine tra'l volgo uscì soletta; Non coprì sue bellezze, e non l'espose: Raccolse gli occhi; andò nel vel ristretta Con ischive maniere e generose. Non sai ben dir s' adorna o se negletta; Se caso, od arte, il bel volto compose: Di natura, d'amor, de' cieli amici Le negligenze sue sono artifici.
Page 534 - E quando altri gli celebrava la chiarezza ed evidenza nelle opere sue, rispondeva con modestia, che se tal parte in quelle si ritrovava, la riconosceva totalmente dalle replicate letture di quel poema, scorgendo in esso una prerogativa propria del buono, cioè che quante volte lo rileggeva, sempre maggiori vi scopriva le maraviglie e le perfezioni...
Page 206 - D'un bel pallore ha il bianco volto asperso, Come a gigli sarian miste viole : E gli occhi al cielo affisa; e in lei converso Sembra per la pietate il cielo e...

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