La divina commedia, Volume 2R. Zotti, 1808 |
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Acheronte alcun altra altre ediz altrui amore andar Angeli anima ARGOMENTO Arno avarizia avea Barbagia Beatrice buon CANTO CANTO XXXIII carro ch'è ciascun ciel color colui convien corpo Dante dice dicea dietro diletto dimanda diss divina dolce donna dritto duca Ellesponto Eneid Equatore esso eterno Eunoè fece figlio Filippo il Bello fiume fummo gente Gerusalemme gira girone giustizia grido Grifon guarda indi Inferno innanzi intende l'altro l'anima l'ombra lagrime legge la Nidob lume luogo maraviglia Matelda mente mondo monte morte mostra occhj omai ombra ovra parea parlare parole passi peccato piangere pianta piè poco Poeta Poscia prego pria puote purga Purgatorio quinci quivi raggi ragione rispose salire sangue santa sanza segg sente sette sovra spirto Stazio stelle stendali suso terra tosto váne vapori veder Vedi veggio venir verso vidi Virgilio virtù viso vista vizj voler volsi
Popular passages
Page 335 - Fuor sei dell' erte vie, fuor sei dell" arte. Vedi là il sol che in fronte ti riluce ; Vedi l'erbetta, i fiori e gli arbuscelli, Che qui la terra sol da sé produce. Mentre che vegnan lieti gli occhi belli Che, lagrimando, a te venir mi fenno, Seder ti puoi e puoi andar tra elli. Non aspettar mio dir più, né mio cenno: Libero, dritto e sano è tuo arbitrio, E fallo fora non fare a suo senno ; Per eh' io te sopra te corono e mitrio.
Page 191 - Se così fosse, in voi fora distrutto Libero arbitrio; e non fora giustizia Per ben letizia, e per male aver lutto.
Page 306 - Apri alla verità che viene il petto, E sappi che, sì tosto come al feto...
Page 9 - Carro già era sparito, vidi presso di me un veglio solo, degno di tanta reverenza in vista, che più non dee a padre alcun figliuolo. Lunga la barba e di pel bianco mista portava, a' suoi capelli simigliante, de' quai cadeva al petto doppia lista.
Page 419 - S' io avessi, lettor, più lungo spazio Da scrivere, io pur canterei in parte Lo dolce ber che mai non m' avria sazio ; Ma perchè piene son tutte le carte Ordite a questa Cantica seconda, Non mi lascia più ir lo fren dell
Page 192 - Esce di mano a Lui che la vagheggia, Prima che sia, a guisa di fanciulla Che piangendo e ridendo pargoleggia, L'anima semplicetta che sa nulla, Salvo che, mossa da lieto Fattore, Volentier torna a ciò che la trastulla.
Page 34 - ... altro raggio non ingombra. A sofferir tormenti caldi e gieli Simili corpi la virtù dispone, Che, come fa, non vuol che a noi si sveli. Matto é chi spera che nostra ragione Possa trascorrer la infinita via, Che tiene una sustanzia in tre persone. State contenti, umana gente, al quia ; Ché se potuto aveste veder tutto, Mestier non era partorir Maria ; E disiar vedeste senza frutto Tai, che sarebbe lor disio quetato, Ch' eternalmente é dato lor per lutto.
Page 239 - Tempo vegg' io, non molto dopo ancoi, Che tragge un altro Carlo fuor di Francia, Per far conoscer meglio e sé ei suoi. Senz
Page 241 - Veggiolo un' altra volta esser deriso ; Veggio rinnovellar l' aceto e il fele, E tra vivi ladroni esser anciso. Veggio il nuovo Pilato sì crudele, Che ciò noi sazia, ma, senza decreto, Porta nel tempio le cupide vele. O Signor mio, quando sarò io lieto A veder la vendetta, che, nascosa, Fa dolce l...
Page 82 - Di veder l' alto Sol, che tu disiri, E che fu tardi da me conosciuto. Luogo è laggiù non tristo da martiri, Ma di tenebre solo, ove i lamenti Non suonan come guai, ma son sospiri. Quivi sto io co' parvoli innocenti, Da' denti morsi della morte avante Che fosser dall